lunedì 9 aprile 2018
L'ospedale di Reims, dov'è ricoverato, vuole che venga sospesa la nutrizione di Vincent Lambert, da 10 anni in stato di minima coscienza e al centro di una contesa legale. Ricorso della famiglia.
L'immagine della campagna per salvare Vincent Lambert

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Non solo per il piccolo Alfie Evans di Liverpool questi potrebbero essere gli ultimi giorni di vita, ma anche per Vincent Lambert, il 41enne francese da 10 anni in stato vegetativo, ricoverato all’ospedale di Reims. Sulla sua sorte, già discussa in tutte le sedi giudiziarie – Corte europea inclusa – per tentare vanamente di comporre lo scontro tra la moglie che vorrebbe staccare la spina e i genitori, che si battono per tenerlo in vita, è giunta come una condanna definitiva la decisione di Vincent Sanchez, medico curante di Lambert. A suo avviso il paziente, il cui caso sin dalla prima sentenza del 2013 divide l’opinione pubblica francese, sarebbe oggetto di una «ostinazione irragionevole». E dunque, a norma della legge sul fine vita vigente in Francia, andrebbero sospesi i trattamenti che lo tengono in vita. Sanchez ha notificato alla famiglia la sua determinazione, dando 10 giorni di tempo per fare ricorso alla giustizia amministrativa.
Se il tribunale di Reims dovesse ritenere che i gradi di giudizio sono già stati esauriti (l’ultimo dei numerosi verdetti, avverso alle richieste della famiglia, è del 31 gennaio) davvero per Lambert sarebbe la fine. L’uomo, vittima nel 2008 di un incidente stradale, ha dato segnali di una seppur minima responsività, certificata già nel 2011 in Belgio da un’équipe specializzata. Non avendo lasciato alcuna volontà scritta sui trattamenti in un caso come questo, Vincent si è trovato oggetto di una contesa tra la moglie Rachel, decisa a ottenere il distacco della nutrizione assistita (il paziente respira autonomamente), e la famiglia di origine, sostenuta da un combattivo comitato di amici ( che documenta la vicenda sui profili Facebook e Twitter «Je soutiens Vincent»). Per loro quella dell’ospedale di Reims è una «decisione scandalosa di eutanasia» che «avrà ripercussioni su centinaia di pazienti nel medesimo stato».

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