mercoledì 28 maggio 2014
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Il veto opposto dalla Commissione europea a «Uno di noi» è «ingiustificato» e «ingiustificabile». E’ il giudizio che Gregor Puppinck, presidente europeo del Comitato promotore della petizione a tutela dell’embrione umano, esprime a caldo sulla porta sbattuta in faccia dal governo Barroso ai quasi 2 milioni di firme di cittadini europei a sostegno dell’iniziativa popolare a favore della vita. Il no di Bruxelles, aggiunge Puppinck, «ignora lo scopo della richiesta: la Commissione continuerà a finanziare pratiche di biotecnologia che si sono rivelate senza futuro e non etiche e a finanziare l’aborto nei Paesi in via di sviluppo, compresi quelli nei quali è vietato». Ma non solo: il veto della Commissione «vìola il processo democratico». Infatti «la Commissione, invece di constatare il successo dell’iniziativa e di trasmetterla al Parlamento e al Consiglio europeo, ha abusato del suo potere di controllo formale per esprimere un giudizio sull’opportunità politica» della petizione, in modo da «bloccare il processo». La Commissione, nota ancora il leader europeo di Uno di noi, «cerca quindi di difendere il privilegio del suo potere d’iniziativa» senza dar retta alla voce dei cittadini come invece era richiesto dal Trattato di Lisbona. Questa decisione, fa notare ancora Puppinck, «ha trasformato il meccanismo dell’iniziativa popolare in un simulacro» mentre «gli eurodeputati volevano farne un vero e proprio strumento di democrazia partecipativa». «La Commissione – conclude amaramente il coordinatore europeo – dà così nuovamente prova della sua mancanza di cultura democratica». Di fronte a una risposta che Puppinck, a nome dei 28 comitati nazionali, non esita a definire «ipocrita e sdegnosa», il Comitato di cittadini che ha promosso la petizione non si dà per vinto e annuncia che «la procedura non è finita: da un lato, la decisione della Commissione rischia di essere oggetto di ricorso dinanzi alla Corte di giustizia di Lussemburgo – che riconosce il rispetto della vita umana, sin dal concepimento –, dall'altra toccherà al nuovo Parlamento ascoltare la prossima Commissione, permettendo così di introdurre il rispetto dell'iniziativa dei cittadini nel cuore dei dibattiti». «Uno di noi», conclude Puppinck, «chiede all’Europa più etica e più democrazia». E mentre dai comitati nazionali e dalle decine di associazioni della società civile che da Malta alla Svezia hanno sostenuto la petizione a favore dell’embrione umano fioccano le dichiarazioni fortemente critiche sull’atteggiamento della Commissione, la decisione sulla prossima mossa del Comitato europeo «Uno di noi» verrà assunta dopo la riunione del direttivo annunciata per il 5 giugno.
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