venerdì 21 luglio 2017
Per il presidente della Cei «ogni azione che pone fine all’esistenza di una persona è frutto di un falso concetto della dignità umana»
Il cardinale Gualtiero Bassetti (Siciliani)

Il cardinale Gualtiero Bassetti (Siciliani)

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«La vita va difesa e protetta anche quando siamo in presenza di una malattia, che noi possiamo giudicare gravissima». Il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti torna a pronunciarsi sulla vicenda di Charlie Gard, dopo il primo intervento il 29 giugno alla Festa di Avvenire a Matera, quando disse che «ogni azione che pone fine a una vita è frutto di una falsa concezione della dignità umana. Dal suo inizio al termine naturale, la vita va accolta e difesa».

In un’intervista alla Radio Vaticana, Bassetti ha ricordato che su una «questione strettamente antropologica» ma anche «spirituale» come questa «non si deve mai addolcire, peggio ancora, anestetizzare la coscienza» perché «la nostra vita è eterna, comincia su questa terra e durerà per sempre» e «va vista anche sub specie aeternitatis (sotto l’aspetto dell’eternità, (ndr). Ma «perché – si è chiesto l’arcivescovo di Perugia – la vita va difesa e protetta? Il Papa l’ha detto con una chiarezza estrema: perché non esiste nessuna vita che non sia degna di essere vissuta. Altrimenti cadiamo nella cultura dello scarto, e questo è terribile perché ciò che si scarta vuol dire che è inutile». Se si concretizzasse questa possibilità «vorrebbe dire che esistono vite inutili che non sono degne di essere vissute. La vita, invece, è sempre un dono, una relazione».

L’applicazione al caso del bambino inglese è evidente: «Pensate – riflette il cardinale – che forma di relazione è stata ed è di fatto la vita di Charlie: tutto il mondo in qualche modo si è concentrato attorno a lui, non solo la sua grande e nobile famiglia ma nazioni intere si sono concentrate attorno a questo fatto perché c’è una vita, e perché la vita è relazione, capace di coinvolgere anche l’opinione mondiale. La vita, quindi, non è mai un fatto unilaterale: anche la vita di una sola persona sulla terra ci coinvolge tutti». È l’eco delle parole di Matera, dove disse che «questa straziante vicenda tocca l’anima di ogni persona e non può lasciare nessuno nell’indifferenza».

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