sabato 4 febbraio 2023
La Chiesa italiana celebra la 45esima Giornata per la Vita. Avvenire offre ai suoi lettori un supplemento tabloid di 24 pagine a colori con grandi firme sulla cultura della vita
L'immagine del manifesto e dello speciale di Avvenire per la Giornata per la Vita

L'immagine del manifesto e dello speciale di Avvenire per la Giornata per la Vita

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Domenica 5 febbraio la Chiesa italiana celebra la 45esima Giornata nazionale per la Vita, un appuntamento che è consolidato segno di un’attenzione delle comunità cristiane in particolare verso la tutela e la promozione della vita nascente, in un Paese in grave crisi demografica e insidiato dalla “cultura dello scarto”, ma anche per tutte le forme di fragilità umana effetto di malattie, solitudini, violenze, ferite sociali, drammi globali.

Per denunciare tutti i modi in cui oggi è insidiata la “cultura della vita” la Cei ha diffuso un messaggio («La morte non è mai la soluzione») in cui propone a tutti di chiedersi se di fronte a tante situazioni personali e collettive drammatiche la proposta di spegnere la vita umana - con aborto, eutanasia, suicidio, ma anche femminicidi, abbandono dei migranti e guerra – sia davvero in grado di risolvere le questioni per le quali viene offerta come soluzione sbrigativa ed efficiente, o non sia piuttosto l’ora per un impegno coinvolgente a sostegno della vita in qualunque situazione.

Protagoniste della Giornata, come sempre, sono le parrocchie, dove la “cultura della vita” viene coltivata come alternativa radicale a quella di morte oggi sempre più diffusa. Per aiutare il difficile ma determinante compito di parroci, educatori e operatori pastorali in quest’opera sempre più di frontiera Avvenire pubblica con l’edizione di domenica 5 febbraio un inserto speciale di 24 pagine tabloid a colori, diffuso insieme al quotidiano. Nelle pagine di questa proposta editoriale d’eccezione offrono le loro intense riflessioni nomi come Marina Corradi, don Maurizio Patriciello, Marina Casini, Paolo Ramonda, Mariella Enoc, padre Carmine Arice, Ernesto Caffo, don Claudio Burgio, Alberto Gambino, Giuseppe Noia e altri ancora, con storie ed esperienze sul campo, oltre al testo del Messaggio dei vescovi italiani presentato come un manifesto da conservare, appendere o diffondere.

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