Una diversa “speranza” per il Fondo Clero
giovedì 9 febbraio 2023
I
nvecchia l’Italia. Con il Censimento Permanente della popolazione, l’Istat documenta una età media di 46 anni all’interno di un declino demografico denso di preoccupazioni. Colpo di grazia su questo scenario sono gli oltre 700mila italiani deceduti sul fronte del Covid. L’impatto, imprevedibile, di questo andamento si riflette sulla previdenza e, in particolare, sul livello dell’età pensionabile.
Le ultime elaborazioni della Ragioneria Generale (all’interno della Nota di aggiornamento sulle tendenze del sistema pensionistico) sono aggiornate al mese di novembre 2022. I dati mettono in evidenza come i requisiti per accedere alla pensione siano migliorati. Si registra infatti una diminuzione, sia pure di un mese, rispetto alla rilevazione precedente. Ne prende atto l’Inps nel messaggio n. 446/2023 (no internet). Nella situazione ora aggiornata si accede alla pensione di vecchiaia dall’anno 2027 con 67 anni e 1 mese di età (il messaggio indica erroneamente “di contributi “) mentre prima erano 67 anni e 2 mesi. Per la pensione anticipata saranno richiesti invece 42 anni e 11 mesi di contributi invece di 43 anni interi. Le nuove proiezioni dell’Inps, che accorciano di un mese la futura età pensionabile per i lavoratori privati e pubblici (compresi i docenti di religione e i cappellani), non modificano l’applicazione della “speranza di vita” sulle pensioni del Fondo Clero. La modesta riduzione di un mese nel regime Inps non muta l’eccesso di applicazione della speranza di vita nel Fondo dei ministri di culto. Nel Fondo è in vigore l’età pensionabile ordinaria di 68 anni sin dall’anno 2000 e tale è oggi e in futuro. Ma con un eccesso di interpretazione del decreto 78/2010, l’Istituto di previdenza richiede invece ai sacerdoti almeno 69 anni di età per raggiungere l’assegno di vecchiaia. Applica cioè al Fondo Clero un allungamento della speranza di vita in assenza di esplicite indicazioni del legislatore. Il criterio peggiorativo (che tra l’altro rende inutilizzabili gli aumenti della pensione per differimento della decorrenza), si aggiunge all’analoga posizione dell’ente che nega ai ministri di culto i trattamenti previsti per la generalità degli assicurati, come le varie Quote 100-103, oltre al cumulo dei contributi, ai riscatti ecc. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI