mercoledì 28 giugno 2023
C’era il tutto esaurito domenica sera a Sant’Agata sui Due Golfi, al ristorante “Stuzzichino” della famiglia De Gregorio. Molti gli americani, tante le coppie sedute nel giardino di un locale dove
papà Paolo e mamma Filomena sono ancora in cucina, mentre il figlio Mimmo intrattiene gli ospiti spiegando le specialità locali. Poco prima c’è il portone del “Don Alfonso”, il ristorante della famiglia Iaccarino, che riaprirà in primavera con una provocazione sulla sostenibilità a 360°. Alfonso Iaccarino, con la moglie Livia e i suoi figli Mario ed Ernesto, cura ristoranti in giro per il mondo ed è stato il primo ad ottenere la stella verde, da quando ha affiancato al suo ristorante una tenuta agricola a Punta Campanella che produce olio, frutta e verdura. Così fa pure Mimmo, col suo Orto Ghezi che gli dà limoni profumatissimi e verdure piene di “viridità”, secondo un termine desueto, tanto caro a Sant’Ildegarda di Bingen. La sosta in questa frazione di Massa Lubrense è stata illuminante per esempio su quale idea vogliamo comunicare al turismo, che si appresta ad essere imponente ma, come dice l’attenta esperta Roberta Garibaldi, ha bisogno di un consolidamento. Verso quale meta? La famiglia Iaccarino per esempio sostiene il progetto di Antonino Esposito, presidente dell’associazione “Una Stella per l’Ambiente” e di “Hotel Rifiuti zero” (70 strutture in Italia), che si pone il tema di una revisione della classificazione alberghiera con parametri ambientali: quantità di rifiuti prodotti, raccolta differenziata, acqua (sotto i 6 litri al minuto negli alberghi) ed energia green, oltre al bando della plastica. Il “Don Alfonso”, ad esempio, ha ridotto del 50% l’umido col compostaggio mentre, avendo raggiunto il 93% di raccolta differenziata, è stato premiato dal Comune di Massa Lubrense come attività virtuosa. Tutte pratiche che riducono l’emissione di Co2 (fino al 40%).
«Divulgare questi buoni casi – dice Esposito – fa cambiare atteggiamento ai colleghi». Nel frattempo, leggiamo che il ministro per la Sovranità alimentare Lollobrigida ha lanciato da New Work la candidatura della cucina italiana all’Unesco, che è apprezzabile benché, alle patacche prestigiose, sarebbe auspicabile dare priorità a una legge che sostenga le imprese familiari della ristorazione, che con capitali propri, rischio d’impresa e un lavoro senza sosta, compiono ciò che il mondo attende. © riproduzione riservata
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