sabato 1 marzo 2014
Sentirsi inutili di fronte a tutto ciò che avviene attorno a noi. È questo il sentimento che prende la parte più sensibile dell'animo umano quando, attraverso foto dei giornali, reporter della televisione, voci della radio, si viene quasi assaliti dai fatti che avvengono anche molto lontano dalle nostre case. Non c'è più modo di chiudere gli occhi, di non sentire, di tenersi fuori dai problemi anche quando sembrano non toccare la propria vita quotidiana. Una foto del campo di profughi in Siria dove una folla immensa attende la distribuzione del pane, ricorda le illustrazioni del Doré nella Divina Commedia, qui però la gente non ha nemmeno il volto della disperazione, ma quello rassegnato di chi non ha più speranza. Le comunicazioni veloci e quasi contemporanee ai fatti ci hanno tolto il senso dello spazio e del tempo.Quasi più niente è solo nostro, del nostro paese, della nostra contrada, della famiglia perché qualcosa ci obbliga a far parte dell'umanità intera, senza più distinzione di razze e di luogo. Non c'è più posto dove nascondersi, né luogo così protetto dove non arrivi la voce, il pianto, le grida del mondo. Ci è rimasto il segreto del pensiero perché ancora non abbiamo scoperto la macchina che possa facilmente leggerlo, quando ci si incontra e si sorride mentre dentro di sé ognuno può dare un giudizio dell'altro che non sempre corrisponde al proprio saluto. Quello sarà un brutto giorno perché vorremmo riservare un piccolo segreto, che può essere la memoria di un incontro, di un luogo che non si vuole dividere con nessuno, che fa parte di quella cassaforte dei ricordi che si vuole tenere solo per noi.Quando ho qualche momento che non so chiamare di nostalgia, o di un vuoto d'amore e non so come dare senso ad una piccola solitudine allora faccio il numero telefonico della mia casa in montagna. So bene che nessuno mi risponderà, ma amo sentire quel suono che attraversa le stanze dove non c'è luce, dove cerca spazio qualche raggio di sole tra i vecchi scuri di legno. Allora lascio che il richiamo sia lungo e passi tra i mobili, i piatti colorati appesi alle pareti, i libri appoggiati uno all'altro contro l'umidità dell'inverno. Mi piace credere che mi ascoltino e sappiano che non li ho dimenticati. Piccole cose che ti lasciano un sorriso anche se quel giorno non vorresti. Per non sentirsi inutili di fronte al male e al bene del mondo si deve parlarne, ascoltare, cercare giudizi meno severi, comprendere anche le violenze e le crudeltà che hanno un'antica storia in popoli da sempre oppressi. E poi aiutare anche i nostri giovani a uscire da un momento di difficoltà cercando onestà, serenità e collaborazione come colonne sulle quali costruire ancora un grande futuro.
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