Soldati e martiri per il Vangelo, padri nella fede per Isernia-Venafro
sabato 17 giugno 2023
Le storie dei martiri dei primi secoli custodiscono un messaggio prezioso e affascinante: la fede cristiana non è appannaggio di un’élite o di un gruppo ristretto di prescelti dal censo ben definito, essa, infatti, è esperienza che coinvolge persone di provenienza, cultura, posizioni sociali e professioni diverse. Così abbiamo storie di madri ma anche di figli, di funzionari pubblici o soldati, ma anche di schiavi che hanno dato la loro vita per la fede. Una scelta, però, che non è mai individuale ma sempre un’offerta fatta per il bene delle comunità, che poi proprio grazie all’eredità dei martiri hanno trovato la forza di affrontare le sfide della storia. Così ad esempio è per la diocesi di Isernia-Venafro, che si riconosce nell’esempio dei santi Nicandro e Marciano. La loro vicenda si colloca nel contesto della persecuzione di Diocleziano nel 304. A Venafro tra l’anfiteatro romano e il tempio pagano della dea Bona «sulle cui fondamenta sorge oggi la Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo» vivevano due ufficiali dell’esercito romano: Nicandro e Marciano. La loro origine è incerta (forse erano greci) ma di certo si sa che avevano aderito alla fede e per questo si rifiutarono di sacrificare agli dei pagani. Con essi fu martirizzata anche la moglie di Nicandro, Daria, che aveva sostenuto il marito nella scelta di non abiurare e rinnegare la loro fede. I loro corpi furono seppelliti nei pressi di Venafro, dove già nel 313 fu eretta la Basilica cimiteriale a loro dedicata. Nel 1930 furono rinvenuti i loro sepolcri. Altri santi. Beata Teresa del Portogallo, regina (1181-1250); beato Pietro Gambacorta, fondatore (XV sec.). Letture. Romano. Is 61,10-11; 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51. Ambrosiano. Lv 16,2-22.29-30; Sal 95 (96); Gal 2,15-21; Gv 10,14-18. Bizantino. Rm 3,28-4,4; Mt 7,24-8,4. t.me/santoavvenire
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