mercoledì 3 ottobre 2007
«È caccia al monaco!» Così "La Stampa" (28/9, p. 6) sul drammatico presente della Birmania. Più che giusto informare e protestare. "Dalla parte dei monaci": così anche "La Gazzetta dello Sport", sabato in prima pagina. Domenica anche la voce accorata del Papa. Per più giorni su tutti i giornali pagine e pagine, e quel giorno "L'Unità" in prima pagina nella sua fascia rossa ha il sostegno del Dalai Lama, e lì sotto lamenta che "l'informazione sulla Birmania passa in seconda linea nei Tg", e scrive che "il silenzio angoscioso di queste ore ricorda i silenzi di tanti anni fa". I silenzi? Tanti negli anni, ma "L'Unità" ricorda solo quello sul golpe cileno del 1973 voluto dagli Usa " scrive " "un Paese che ama tanto la democrazia da bombardarla in tutto il mondo". Giusto, ma con una sola pesante nota che viene ripensando ai pluridecennali silenzi dell'"Unità" sulle stragi antireligiose nell'Urss e Paesi amici: decine di migliaia di monaci, pope e preti, centinaia di migliaia di credenti. L'altro ieri il supplemento di "Repubblica" dal "NYT" (p. III) titolava: "Russia: la riscossa della fede ortodossa". Già: altri silenzi, altre complicità prolungate, allora. Acqua davvero passata? Sì e no. Forte proprio in questi giorni, e sempre da quelle parti, la polemica contro chi, come Giampaolo Pansa, osa ripercorrere con i suoi libri la memoria delle vittime in casa nostra, tra il 1943 e il 1947, della violenza antireligiosa, a centinaia. "L'Unità" fece silenzio totale, oggi lo continua, lo pretende e, unico giornale, accusa pesante chi osa ricordare. A quando la fascia rossa a firma Giampaolo Pansa?
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