martedì 2 ottobre 2007
Nelle grandi cose gli uomini si mostrano come a loro conviene mostrarsi. Nelle piccole, invece, si mostrano come sono.
Aveva solo 24 anni quando morì nel Carmelo di Lisieux che aveva varcato appena quindicenne. Ieri la liturgia commemorava la figura di santa Teresa di Gesù Bambino, la cui semplicità, innocenza e interiorità conquistarono anche uno scrittore ebreo come Joseph Roth che la fece brillare nell'autobiografica Leggenda del santo bevitore (1939), divenuta nel 1988 uno splendido film di E. Olmi. Noi oggi riproponiamo quel volto femminile, affidandoci a un tema caro alla santa, quello delle "piccole cose", dell'infanzia spirituale, limpidamente illustrata dal Salmo 131: «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo, non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre».
La riflessione ci è offerta da uno scrittore moralista settecentesco francese, Nicolas de Chamfort, noto soprattutto per le sue Massime e pensieri. Le sue sono parole sacrosante. Quando siamo in pubblico, cerchiamo di far colpo con tutte le risorse possibili, comprese quelle dell'inganno, del fuoco di paglia, dell'ipocrisia. Le "grandi cose" sono per buona parte frutto di abile propaganda e persino di mistificazione. Nelle "piccole cose", quando non è necessario allargare la ruota del pavone, ciò che conta è la realtà, la fedeltà, la pazienza. Ed è qui che si svela ciò che noi siamo: forse banali, superficiali, allergici al sacrificio, egoisti e "piccini", non nel senso dei "bambini" evangelici " che incarnerebbero il nostro tema " ma nel senso di gretti e meschini. Torniamo, perciò, alla vera infanzia dello spirito che è libertà e generosità silenziosa.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: