Martiri “nascosti” in una foresta, divenuti profeti per tutta la storia
venerdì 2 giugno 2023
La voce scomoda del Vangelo di Cristo non può essere nascosta, non può essere messa a tacere, non può essere sepolta lontano dagli occhi del mondo. Perché la fede cristiana è dirompente, cambia la storia, cambia le vite, rende inquieti e alimenta il desiderio d’Infinito che è fonte di destabilizzazione per i “potenti”. Chi segue la via del Risorto sa che la sua vita non sarà facile, ma sarà piena e lascerà segni profondi. Ne avevano consapevolezza anche i santi Marcellino e Pietro, sacerdote il primo, esorcista (che allora era una sorta di ministero a sé) il secondo. Lo sapevano tanto da non voler rinunciare alla propria fede per avere salva la vita, preferendo rimanere fedeli all’abbraccio del Dio di Gesù Cristo fino alla fine. La loro vicenda si colloca durante la persecuzione voluta da Diocleziano: era l’anno 304 e il prete Marcellino era stato arrestato a Roma per la sua fede. In carcere conobbe un esorcista, Pietro, e insieme si misero a predicare, annunciando il Vangelo di Gesù. Per questo essi furono portati in un bosco e vennero costretti a scavarsi la fossa dove vennero sepolti dopo essere stati decapitati: l’intento era quello di farli sparire senza lasciare traccia, ma il piano non riuscì. Grazie a una matrona, infatti, i corpi dei due santi ebbero una degna sepoltura sulla Via Labicana. La storia del sacerdote e dell’esorcista uccisi nella selva venne tramandata grazie all’esecutore della sentenza, che, colpito dalla loro testimonianza, l’aveva raccontata al futuro papa Damaso. Altri santi. Sant’Erasmo di Formia, vescovo (III-IV sec.); san Guido d’Acqui, vescovo (1004-1070). Letture. Romano. Sir 44,1.9-13; Sal 149; Mc 11,11-25. Ambrosiano. Ez 11,14.17-20; Sal 50 (51); Mt 10,18-22. Bizantino. Rm 2,14-28; Mt 5,37-41. t.me/santoavvenire
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