giovedì 25 ottobre 2007
Laici, o furbacchioni a comodo loro? Invano aspetti qualche barlume di sincerità. Di recente ho scritto di sperare che Curzio Maltese su "Repubblica", dopo le paginate "I costi del vescovo", su quanto costa l'8 per mille, cioè un miliardo scarso " pur confondendo sempre Cei e Santa Sede " informasse i lettori anche su quanto fanno risparmiare alle casse dello Stato le cosiddette "scuole dei preti": sei miliardi pieni l'anno! Niente. Ieri (pp. 1 e 38-39: "Il dogma in aula. Un'ora che vale un miliardo") lui se la prende coi costi della scuola di religione, dimostrando però che di ciò che essa è davvero non capisce niente. La confonde infatti sempre e solo con qualcosa a metà strada tra il tempo perso e il catechismo da vecchia sagrestia bigotta, e così dà la patente di fesseria al 92% di famiglie e alunni che continuano liberamente a sceglierla. Son fatti così, i "laici" a modo loro: guardano in alto, ai loro principi, si spezzano, ma non si piegano a osservare "la realtà effettuale" " lezione di Machiavelli, laico vero " e quindi spesso vanno anche a sbattere. Proprio come ieri, pubblicando sotto la tirata anti Cei i dati europei sulle ore di religione pagate con soldi pubblici nelle scuole superiori. Da noi in un anno 38, in Germania 56, in Spagna 52 e in Norvegia 62. E allora? Niente male come boomerang! Allora speri, ma invano. Ieri sul "Corsera" il prof. Andrea Riccardi dichiara che è falso " e lui c'era " che alla tavola del Papa, a Napoli, ci sia stata "una lite". Lo ha scritto lunedì (p. 1) "Repubblica", che ovviamente non smentirà. Sbattono il naso, ma fanno finta di niente.
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