domenica 11 novembre 2007
«Tra Dio e Darwin meglio ascoltare la natura». Questo titolo del Corriere della sera (venerdì 9) smentisce quello del primo (domenica 4) di due articoli di Massimo Piattelli Palmarini, cattedratico di scienze cognitive. Il primo diceva: «Le ultime scoperte smontano la teoria dell'evoluzione» ed è sembrato eccessivo all'Autore, che ora lo smentisce lui con la scusa di confutare l'affermazione di Fiorenzo Facchini, antropologo all'Università di Bologna e noto ai lettori di Avvenire, secondo cui «l'evoluzione non può dimostrare, ma neppure escludere la sfera trascendente». Per Piattelli Palmarini «introdurre il trascendente violerebbe il patto scientifico, che consiste nello spiegare la natura restando nel naturale», cosa che esclude il trascendente. Per dirlo cita, parafrasandolo, il filosofo inglese e anticristiano Bertrand Russel. Come Dario Fo nel 1997, anche Russel ha vinto il Nobel per la letteratura nel '50, ma ciò non avvalora la sua affermazione che «è un errore ritenere che, siccome non è sufficiente, allora la selezione naturale non è nemmeno necessaria». La necessità del naturale, infatti, non esclude il trascendente anche se è vero, come sostiene Facchini che «esula dalla scienza trovare il significato di un mondo che ha una sua storia evolutiva». La dimensione del trascendente supera quella della scienza, primo perché il naturale non può essersi fatto da sé e, secondo, perché per far evolvere la natura Chi l'ha creata si serve, nel suo stile, proprio della natura.

SENZA COSCIENZA?
Non essendo "laici", i cattolici non hanno diritto alla coscienza. Questa tesi, ovviamente non esplicita, ma leggibile nel contesto, è documentata da Marco Politi su Repubblica (venerdì 9) con la testimonianza della Presidente, «cattolica» e «moderata», della Federcasalinghe, che all'obiezione di coscienza dei farmacisti obietta: «L'obiezione del medico si può capire, ma quella dei farmacisti sarebbe un abuso. Il loro è un servizio pubblico». Ma l'obiezione di coscienza ha senso solo verso i servizi pubblici (anche l'aborto lo è per legge, come il servizio militare quando c'era...). Per negarla è stata scelta la testimonial sbagliata.
BIBBIA E CORANO
Un lettore ha spedito (Corriere della sera, venerdì 9) 26 violentissimi versetti del Corano a Sergio Romano, che risponde con sei analoghi «esempi» dell'Antico Testamento. L'equazione Corano-Bibbia, però, è semplicistica ed errata: il primo è un libro immobile, datato, perché, secondo Maometto, fu letteralmente dettato da Dio e in arabo (infatti non lo si potrebbe neppure tradurre) mentre la Bibbia è un testo che si evolve nel tempo perché, su ispirazione divina, è scritta dagli uomini secondo la loro cultura ed è una
narrazione dove anche la violenza trova la sua soluzione nella mitezza del Vangelo e in Gesù Cristo. È, dunque, una Parola che attraversa la storia per parlare agli uomini nella loro attualità. La differenza è radicale.
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