venerdì 19 ottobre 2007
Contro i barbari: prima le oche al Campidoglio, poi "la piccola vedetta lombarda", oggi l'intellettuale. Gustavo Zagrebelsky " "Repubblica" (18/10, pp. 1, 42-43): "Quando la Chiesa detta legge allo Stato" " è allarmato per un "celebre dictum" di "E. W. Boeckenfoerde" " pare persino che sia cattolico! Ndr. " secondo cui la libertà autentica e vissuta da tutti non può essere ciò che di fatto scelgono i "popoli uniti in Stato", ma deve avere un "legame unificante" universale che la preceda e la misuri sempre, altrimenti ogni scelta di maggioranza sarebbe libertà vera, persino l'obbrobrio delle leggi razziali. E Zagrebelsky insorge: No! Se si condiziona la libertà ad un criterio esterno e "precedente" è la catastrofe. E perché? Elementare: perché c'è "la Chiesa"! Eccolo infatti evocare a lungo Controriforma e Inquisizione. La Chiesa? Sì, insiste, aggiungendo però benevolo che "il problema non sono i credenti, ma è la Chiesa": Cei e Santa Sede offrono i loro valori "precedenti" e sovvertono tutto. Se lo Stato non li rifiuta e sono accolti dalla legislazione la frittata è fatta: "il criterio precedente" prevale come un "legame", non si è più liberi e la democrazia finisce "protetta e a sovranità limitata", cioè fasulla. Di qui lo "strillo" sull'unghia della cronaca: nell'Italia di oggi è a rischio la democrazia. Che dire? Qui e ora che in Italia le leggi, in Parlamento e altrove, le fanno i cittadini liberi e non la Chiesa. Per Zagrebelsky un cittadino liberamente d'accordo con i valori della Chiesa è fuori gioco, e democratico è solo chi sostiene l'opposto dei valori cristiani. È roba seria, questa?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI