sabato 4 febbraio 2006
La religione è importante nei paesi islamici? Anche troppo! Se provi a riderne rischi la pelle. Ieri i giornali erano pieni del problema, sentitissimo anche da tanti disposti a dire che sì, evitiamo ogni censura, ma qualche rispetto per i sentimenti dei musulmani occorre averlo. Hanno ragione. Ma con un'osservazione. Che troppo spesso sono gli stessi che qui da noi difendono e promuovono non solo la satira, ma anche l'insulto, se in ballo è la religione cristiana e cattolica in specie. Qualche giorno fa - lo ricordavo domenica, sul "Manifesto" in prima pagina una vignetta derideva pesantemente Cristo crocifisso. Satira a senso unico. Anche l'insulto va di moda: su vari giornali spesso scrive gente che dichiara stupido chi crede in Dio e stupidissimo chi crede in Gesù Cristo. Meno grave che sul "Giornale" (1/2) arrivi Forattini che da anni per ridicolizzare qualcuno lo veste immancabilmente da prete. E su "Libero", stesso giorno, senza vignette, ecco da Renato Besana l'elogio del disegnatore suddetto, con aggiunta derisoria che quello pare un perfetto "arciprete" che "pedala con la tonaca al vento". Da noi la religione fa problema, dentro, a troppi, e diventa bersaglio immediato e naturale. Con ogni pretesto. Ieri p. es. il "dotto" dell'"Unità" (p. 24) scopre dall'Enciclica che "Ratzinger (è) la "nuova Controriforma". Che dire? Che non si capisce chi abbia fatto, e quando, la "nuova Riforma". Se poi la colta boutade va presa sul serio, allora ne vedremo delle belle: nuovi Filippo Neri, Carlo Borromeo, Teresa d'Avila, Ignazio di Loyola e compagni. "Compagni"? Sì, ma di Gesù.
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