Jimmy Nelson, viaggio alle origini della bellezza (e del mondo)
mercoledì 4 ottobre 2023

Un viaggio alle origini del mondo e "alla scoperta della bellezza dell’umanità". L’essenza dell’uomo, il noi primordiale che resiste al tempo e allo spazio e che nel mondo così sfuggente di oggi ci ricorda da dove veniamo e chi siamo. L’Humanity del fotografo britannico Jimmy Nelson s’incontra varcando la soglia di Palazzo Reale (fino al 21 gennaio) nella mostra a cura di Federica Crivellaro e Nicolas Ballario. Un’esperienza per specchiarsi nei volti di culture altre. Dalla Siberia all’Amazzonia, dal Chad al Perù. Bellezza e autenticità. Esempi di popoli che vivono il passato e futuro insieme, perché non hanno mai abbandonato le proprie radici, i propri stili di vita, le proprie tradizioni. Il mondo scorre, cambia, si deforma, si logora, loro ci sono sempre. Da sempre. "Nelson non documenta però le culture da una prospettiva etnografica - precisa Crivellaro -. Il suo focus è quello di mostrare la loro vivace contemporaneità e l’interazione fra tradizione e modernità". "Inizialmente - spiega direttamente il fotografo -, ero affascinato dalle culture indigene come custodi di antiche saggezze, esempi di resilienza ed esperienze umane profonde. Mi immergevo nella loro realtà per creare connessioni autentiche e catturare l’essenza della loro umanità, nonché la mia". Perché il primo passo di Nelson è alla scoperta di sé, dopo i momenti difficili vissuti nell’adolescenza e una malattia che a soli diciassette anni lo portò a perdere tutti i capelli e i peli del corpo. "Andò in Tibet, dove incontrò quei monaci che condividono la sua stessa condizione fisica ma come rinuncia al proprio ego, come possibilità culturale", fa notare Ballario. Nasce lì l’idea di scoprire altri mondi e popoli. Ovunque. Nei posti più sperduti della Terra, "Before They Pass Away". Prima che scompaiano. Sarà questo il suo primo successo editoriale.

Una ragazza Kazakh, Bayan-Ölgii, Mongolia, 2017

Una ragazza Kazakh, Bayan-Ölgii, Mongolia, 2017 - © Jimmy Nelson B.V.

La mostra di Palazzo Reale, Humanity, promossa da Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Skira (che edita il catalogo-atlante del mondo di Jimmy Nelson) presenta sessantacinque fotografie di grandi dimensioni (alcune due metri per tre), la celebrazione della diversità culturale del pianeta: nella prima sala c’è una grande mappa del mondo con i volti delle popolazioni sparse fra i cinque continenti. Un’altra prospettiva di guardare la Terra. Quella Bardi in Australia, degli Himba della Namibia, i Ngalop del Bhutan, i Kazakh della Mongolia, le miriadi di comunità della Papua Occidentale, i Gaucho dell’Argentina, gli Inuit del Canada. "Le comunità indigene, pur essendo, circa il 5% della popolazione mondiale, sono i custodi della terra e dello sviluppo sostenibile", sottolinea il direttore di Palazzo Reale, Domenico Piraina. Un patrimonio di conoscenza e una forza resiliente che - aggiunge l’assessore comunale alla Cultura, Tommaso Sacchi - "possono insegnarci come affrontare le sfide attuali e difendere e apprezzare l’immensa ricchezza del patrimonio globale". "Ci sono incontri che lasciano il segno. Quello con Jimmy Nelson è uno di questi - dice Massimo Vitta Zelman, presidente di Skira -. Nelson non è solo un grande protagonista della fotografia. È un cultore della bellezza, un poeta della natura".

"Credo fortemente nel potere trasformativo della bellezza", dice non a caso Nelson che per catturare e imprimere su negativo tutti i dettagli dell’umanità che incontra utilizza una fotocamera analogica di grande formato 10 x 8. Così mentre ogni minuto, oggi, si fanno più fotografie che nei primi secoli della fotografia e ci sono cinque miliardi di cellulari con fotocamera, Nelson continua a girare il mondo con il suo banco ottico. Lavorando settimane per una fotografia. Per conoscere nuove comunità e creare una connessione reale fra le genti. In uno spazio senza tempo. "Attraverso il suo obiettivo - conclude Ballario - possiamo guardare negli occhi altre donne e altri uomini e trovare facilmente noi stessi: in quel luccichio così piccolo entrano il fuoco, le montagne, i fiumi, le maschere, le collane, le piume, i colbacchi, la terra, le barche, le lance, le bandiere. C’entra l’umanità". Andate a vederla questa mostra. Per scoprire che ci sono altri mondi al di là dei nostri limiti. E un solo Popolo sotto lo stesso cielo.

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