Juraj Cintula, l'attentatore - ANSA
Nessun precedente, nessuna segnalazione da parte dell’intelligence, nessun contatto segnalato con personaggi potenzialmente sospetti. È l'attentatore della porta accanto Juraj Cintula, pensionato 71 anni che ha sparato cinque colpi di pistola contro il premier Robert Fico, riducendolo in fin di vita. Ex guardia giurata, autore di poesie, pacifista con il porto d'armi (preso dopo che venne aggredito in un supermercato durante il turno di lavoro), vicino di casa esemplare («Passeggiava mano nella mano con sua moglie», dice si lui un vicino di casa), nel pensionato di Levice non c'era niente che potesse far presumere ad un simile epilogo. Lui si è limitato a dire che era in disaccordo con le politiche del suo paese, volte in particolare «a limitare la libertà di stampa».
Secondo la Tv slovacca il pensionato stava progettando l'attentato da più di un mese. Ora gli investigatori stanno passando al setaccio i contatti sul suo il cellulare e gli altri dispositivi elettronici in cerca di indizi. La domanda è se sia stato il gesto isolato di un folle o se sia collegato invece a qualcun altro. L'arrestato non era sottoposto a cure psichiatriche e non aveva mai parlato di attentati. «Non so se detestasse il premier, certo non lo ha votato», ha detto il figlio. Attivista nonviolento, ex miliziano nazionalista, poi proclamatosi progressista (il leader del partito filo-occidentale Slovacchia progressista all'opposizione si è premurato di smentire che lo sparatore sia associato al suo partito), Cintula ha semmai il profilo di una persona che nella vita è passata da diverse fasi. Peraltro sui social è molto attivo. Fondatore del Club letterario Duha e secondo la sua pagina Facebook è autore di varie raccolte di poesia e di un romanzo (tre le pubblicazioni riscontrate e suo nome). Secondo il portale Dennik N, otto anni fa annunciò su Internet che stava raccogliendo firme per la fondazione del partito politico Hnutie proti nasiliu, "Movimento contro la violenza". «La violenza è spesso una reazione delle persone, come forma di espressione di semplice insoddisfazione per lo stato delle cose. Cerchiamo di essere insoddisfatti, ma non violenti!», aveva scritto in una di queste fasi.
Nel 2016, in una fase precedente, il presunto aggressore di Robert Fico, Juraj Cintula, «ha incontrato l'organizzazione Slovenskì branci, gruppo paramilitare non registrato con legami con gli estremisti e un orientamento filorusso». Lo sostiene il portale aktuality.sk secondo cui l'incontro con l'organizzazione è documentato da fotografie. Le informazioni che non trovano al momento altri riscontri. «Il gruppo - riferisce ancora il portale - ha citato Cintula come scrittore ed editorialista sulla sua pagina Facebook e ha pubblicato i suoi testi. In essi, Cintula critica i migranti o lo Stato ed esprime il sostegno pubblico all'organizzazione», scrive ancora il sito, prima di precisare che l'organizzazione ha cessato le sue attività nel 2022. Dei Rom diceva che andavano trattati con severità, ed era contro l'immigrazione. Dopo l'invasione ucraina condannò Putin. Tante idee, ma niente che facesse pensare a un simile epilogo.