martedì 2 ottobre 2007
Domenica "Corsera" (pp. 1 e 10) strillo e tante chiacchiere sui litigi di 3 (tre!) anziane suore in un convento pugliese. Passi. Ma sempre lì, di spalla " "I paradossi dell'economia cristiana" " il prof. Emanuele Severino, in esclusiva, di fatto ridicolizza il Papa citando sei righe del suo recente discorso sull'ingiustizia sociale del mondo: «Il profitto è naturalmente legittimo nella giusta misura, e necessario allo sviluppo economico, ma il capitalismo non va considerato l'unico modello valido di organizzazione economica». A p. 32 seguono 123 righe di acrobazie, p. es. sulla differenza tra "mangiare per vivere" e "vivere per mangiare", per dire che "profitto" e "giusta misura" richiesti dal Papa, in concreto "profitto" e "bene comune", sono incompossibili. Ne segue che anche stavolta " sottolineo, Ndr " la Chiesa e il Papa chiedono una cosa impossibile, in pratica un circolo quadrato, nel caso un'"economia cristiana". Ma per Severino questo è consueto. Infatti secondo lui la Chiesa Cattolica, e ovviamente i Papi, chiederebbero anche una "scienza cristiana", una "politica cristiana" e una "libertà cristiana": tre assurdità evidenti. Leggi, ci pensi un attimo e capisci che secondo Severino la "verità cristiana" ammette solo il profitto che diventa perdita, la scienza fede e la politica teocrazia! Ma è proprio così? Per fortuna ecco la conclusione: «Quanto ho detto non ha in alcun modo l'intento di sostenere che la Chiesa ha torto». Che dire? Solo questo: stesso "Corsera" (p. 35) ecco il titolo del sapiente "Calendario" di Ernesto Galli Della Loggia: "La vanità del cavillo".
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