giovedì 8 dicembre 2022
La genitorialità è una realtà complessa, che comprende elementi biologici, psicologici, giuridici e spirituali, inseriti in un determinato contesto socio-culturale. «Paternità e maternità rappresentano in sé stesse una particolare conferma dell'amore, del quale permettono di scoprire l'estensione e la profondità originale. Questo però non avviene automaticamente. È piuttosto un compito affidato ad ambedue: al marito e alla moglie. Nella loro vita la paternità e la maternità costituiscono una “novità” e una ricchezza tanto sublimi da non potervisi accostare che “in ginocchio”». (Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie, 1994). Nell’alleanza di amore e di vita, uomo e donna vivono l’unione, la sessualità, il reciproco dono, che si “incarna” nel figlio/a, facendo così maturare una nuova identità di coppia: l’essere genitori, cioè coloro che trasmettono la vita cooperando con il Creatore, instaura un legame definitivo. Ciò rappresenta un passaggio importante nella vita di coppia, che coinvolge mente e cuore, corpo e relazioni, segnando nuovi ritmi e nuove responsabilità nella realtà familiare. Da coppia, in coppia, si diventa padre e madre, nella presa di coscienza di una relazione che diventa anche un’altra persona, il nascituro, e che modifica tutta la rete dei rapporti parentali: i genitori della coppia diventano nonni, altri diventano zii e cugini, un figlio/a diventa fratello/sorella di chi nasce. La transizione alla genitorialità ha dinamiche fisiche e psicologiche diverse tra donna e uomo, ed è del tutto specifica e originale l’esperienza della gravidanza e della maternità. La paternità ha caratteristiche e modalità ovviamente differenti, e vi si dedica di recente più attenzione per promuovere una maggior consapevolezza del suo significato affettivo, educativo, di cura e sostegno. D’altra parte, oggi si cerca di porre attenzione alla coppia nel suo insieme, riconoscendo le difficoltà che essa incontra a causa della crisi dei modelli culturali e sociali, le condizioni di maggior solitudine della famiglia “ristretta” rispetto alle precedenti realtà familiari “estese” con più generazioni che convivevano. Si presenta una sfida che coinvolge l’intera società, e la stessa comunità ecclesiale: aiutare le giovani coppie nella transizione a diventare padre e madre, con la capacità di assumersi la responsabilità per la cura dei figli, la loro educazione, l’inserimento nella vita sociale, l’accompagnamento sempre più lungo. Diventare genitori significa accettare di diventare “adulti”, è uno sguardo al futuro, coltiva speranze, rende l’amore una “nuova vita”, per il bene di tutti. È un amore che si fa storia, genealogia di persone, promessa e provvidenza: per la coppia, la famiglia, la comunità. Ricorda il poeta Gibran: «I vostri figli non sono figli vostri... / Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati / L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane / Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere / Poiché come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo». Cancelliere Pontificia Accademia per la Vita © riproduzione riservata
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