Fu sposo, padre, prete e vescovo, donò se stesso per la libertà dei nolani
giovedì 22 giugno 2023
Ciò che conta nella vita è Dio: c’è qualcuno oggi che crede ancora in questo? È una domanda provocatoria che oggi ci viene rivolta da un santo che ebbe una vita “variegata”, me che seppe tenere sempre al centro Dio e l’impegno a testimoniarlo in prima persona. San Paolino di Nola, infatti, fu sposo, padre, prete e vescovo, dimostrando che in qualsiasi stato di vita ci si trovi è possibile diventare strumenti di un amore infinito nel cuore della storia. Era nato a Bordeaux nel 355 ed era figlio di una famiglia patrizia; ebbe la strada spianata nella carriere politica: divenne “consul suffectus”, ovvero governatore, della Campania. Avvicinatosi alla fede cristiana, si fece battezzare attorno ai 25 anni. Nel suo percorso di fede un ruolo importante lo ebbero sant’Ambrogio e sant’Agostino, con i quali ebbe un rapporto di amicizia. Durante un viaggio in Spagna, poi, conobbe e sposò Therasia, ma la morte prematura del loro figlio, Celso, li spinse verso una vita in stile monastico. Insieme decisero di distribuire le ricchezze ai poveri e di ritirarsi in Catalogna. Paolino venne ordinato prete e, in seguito, si stabilì in Campania, facendosi ben volere dalla popolazione per la sua attenzione verso gli ultimi: s’impegnò, infatti, nella costruzione di un ospizio per i poveri. Nel 409 fu nominato vescovo di Nola per acclamazione. Morì nel 431 lasciando numerosi scritti. Nola lo celebra con la Festa dei gigli, che ricorda i fiori con cui fa accolto al rientro da un periodo di prigionia in Africa, per il quale si era offerto volontariamente in riscatto dei nolani catturati dai Visigoti. Altri santi. San Giovanni Fisher, vescovo e martire (1469-1535); san Tommaso Moro, martire (1478-1535). Letture. Romano. 2Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15. Ambrosiano. Nm 20,22-29; Sal 104 (105); Lc 6,20a.24-26. Bizantino. Rm 11,13-24; Mt 11,27-30. t.me/santoavvenire
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