mercoledì 7 novembre 2007
Lupus allarmato e amaro. "La Stampa" ieri (p. 40) titolo forte: "Dna, gratta gratta e spunta la razza". Capita che in nome delle sue ricerche qualche "scienziato" " virgolette d'obbligo " riporti in auge il "razzismo", scientifico però perché lui guarda il Dna e non la pelle, e definisce inferiori miliardi di uomini, quindi con le stesse conseguenze che una volta portava l'altro razzismo del nero, giallo ecc., perciò inferiore... È questa la liberazione "laica" e "scientifica" esaltata in opposizione alle superstizioni religiose? Dubbi dovuti. Allora è sollievo " con buona pace di tanti "franceschelli" o "piergiorgini" nostrani che da anni fanno chicchirichì all'evoluzione contro il decrepito creazionismo e alla ragione logica contro la fede, che naturalmente leggono sempre a modo loro " apprendere ("Il Foglio", pp. 1-2) di "scienziati" che parlano "contro il bigottismo dei custodi del dogma evoluzionista" e di quello "neodarwiniano". È chiarezza che serve più che mai, ancora in tema razzismo, nel campo di accoglienza e immigrazione. E se qualche politico forza la mano e magari ("Corsera", ieri, p. 11) dice che "parte del clero in nome del buonismo rischia di aumentare i problemi" gli si dica a brutto muso che pensi alle sue responsabilità di legislatore. E se qualcuno sulla prima del "Giorna-le", quando un gruppo di criminali razzisti aggredisce dei "rumeni" in quanto tali, scrive che questa è la reazione dei "romani", sappia che il razzismo perbenista, venendo dalla testa, è più ributtante e pericoloso di quello ignorante e incolto, che viene solo dall'animalità. Fine dell'ululato, per oggi.
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