giovedì 18 ottobre 2007
Ieri prime pagine trionfali. "Repubblica": "Il malato ha diritto di morire"! E così (quasi) tutti sulla sentenza n. 21748, 16 ottobre 2007, della Cassazione. Diritto! Credevi che il morire fosse una disgrazia da evitare. No: ora è un diritto, grazie alla "Supplenza dei giudici" (altro titolo ivi, p. 3). C'era un vuoto, e si riempie, per ora, con "un nuovo processo per Eluana". La conseguenza è chiara: serve una legge, "La politica si svegli, o decideranno i giudici". E tutti contenti" Tutti? Beh! Si sa: ci sono i soliti "cattolici" poco "adulti" che hanno dato il cervello in appalto alla Cei, e non partecipano al giubilo nazionale. Una "trascurabile minoranza"...Dunque la legge va fatta? Sicuro. Lo dice il laico Umberto Veronesi, per il quale tra noi e le scimmie la distanza è quasi nulla, ma anche Ignazio Marino, cattolico dichiarato. E allora se tutti sono d'accordo, persino i bastian contrari Pannella-Bonino-Cappato, perché non si fa? Eh! Non si fa perché anche qui sotto, al solito " come diceva già Pascarella " "ce stà la mano de li preti". Allora impediva la scoperta dell'America, ora il testamento biologico e l'eutanasia legale. Ma il popolo? Già. Che ne pensa il popolo, in particolare quello direttamente interessato? Già, nessuno lo dice, e nessuno pubblica, non solo ieri, il recente dato ufficiale dell'Istituto Tumori di Milano: su 40.000 malati solo uno su diecimila, quindi 4, chiedono di morire. Diritto o no, loro non vorrebbero la morte, ma altro. Forse la vera supplenza al vero vuoto è qui. Le leggi? Se hanno la maggioranza le facciano, ma non diano la colpa ai preti.
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