domenica 19 febbraio 2006
L'altra sera su "La 7" quattro donne a confronto su donna e islam a partire dalla tesi di un libro dell'on. Daniela Santanchè: se le donne in quasi tutti i Paesi musulmani non vanno a scuola, non scoprono il volto, non sono libere di sposare chi vogliono, non votano, non escono di casa da sole, subiscono mutilazioni e altro, tra le cause c'è la religione. Le replicavano dure tre donne, le giornaliste Ritanna Armeni ed Elena Doni e l'on. Elena Montecchi, sicurissime che no: L'islam è innocente, "dobbiamo capire", "non dobbiamo giudicare", "non dobbiamo essere razziste"! Assisteva una quarta donna, Karima, musulmana, che però pareva più vicina alla Santanchè. La Doni annunciava che "per la più alta autorità sunnita la mutilazione genitale femminile non viene dal Corano"! La Montecchi raccontava delle libere islamiche emiliane. Batti e ribatti, insomma, con la Armeni che ad un certo punto rovescia il tavolo: "Io non sono d'accordo, e anzi dico che sono convinta che è da noi che la condizione della donna è in difficoltà, e proprio per colpa della religione cristiana"". Così: là islam innocente, e qua cristianesimo responsabile dell'oppressione delle donne! "Negata" sì, la donna, ma da noi! E qui l'unico uomo presente, Giuliano Ferrara, che aveva ascoltato fino allora, ha esploso la sua meraviglia: "Io trovo che il tutto è allucinante. Se non c'è un minimo di obiettività non si capisce più niente". È il punto: per poter continuare a respingere Chiesa e fede cristiana che detestano e accusano da decenni, tanti si mostrano devoti di tutte le altre religioni. L'effetto è, sul serio, allucinante.
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