Davanti alla violenza del mondo è il momento della testimonianza
domenica 25 giugno 2023
È nel momento della crisi e della sofferenza che un pastore è chiamato a vivere fino in fondo il proprio ministero, sostenendo chi è in difficoltà, indicando la strada della verità, testimoniando con la propria vita l’amore autentico. Così fece san Massimo di Torino, considerato fondatore della Chiesa locale e primo vescovo della città piemontese. Assieme alla sua gente si trovò ad affrontare il terribile periodo delle invasioni barbariche. Era nato verso la metà del IV secolo e fu discepolo di sant’Ambrogio e di sant’Eusebio di Vercelli, che lo inviò a guidare la comunità torinese. Dalle «Omelie» e dai «Sermoni» appare il suo carattere mite ma fermo e autorevole: «È figlio ingiusto ed empio colui che abbandona la madre in pericolo. Dolce madre è in qualche modo la patria», diceva a coloro che pensavano di fuggire davanti all’arrivo dei barbari. Li esortava a anche a mantenersi irreprensibili nei costumi e a non confidare in superstizioni come l’invocazione della luna, pratica sulla quale scriveva con ironia: «Veramente presso di voi la luna è in travaglio, quando una copiosa cena vi distende il ventre e il capo vi ciondola per troppe libagioni». La data della sua morte non è certa e si colloca tra il 408 e il 423. Altri santi. San Prospero d’Aquitania, monaco (IV-V sec.); sant’Adalberto di Egmond, abate (VIII sec.). Letture. Romano. Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33. Ambrosiano. Gen 6,1-22; Sal 13 (14); Gal 5,16-25; Lc 17,26-30.33. Bizantino. Rm 6,18-23; Mt 8,5-13. t.me/santoavvenire
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