giovedì 1 novembre 2007
Clown di mestiere, oggi rari, con supplenti in pagina. Tra i fissi Corrado Augias che su "Repubblica" l'altro ieri rispondendo a due lettere torna spericolato sul "costo della Chiesa" e tra varie facezie scrive che esso ormai "equivale a quello della vituperata 'casta'", denuncia il Concordato ed "il perverso meccanismo dell'8 per mille non a caso escogitato da Giulio Tremonti", dà i numeri a suo comodo e conclude che oggi la Chiesa "è assai lontana dalla vitalità di quella di Giovanni XXIII". Che dire? Per i "costi della Chiesa", l'8 per mille è quasi un miliardo di euro. Davvero uguale a quello de 'La Casta'? Tu apri il libro di Stella e Rizzo cui Augias rimanda e (p. 250) leggi che nel 2006 per generiche spese istituzionali sono volati 1 miliardo e 774.024 milioni di euro, che quest'anno la sola Camera dei Deputati per spese correnti pesa un miliardo e 4.435.000 euro, che per stipendi ai consiglieri delle Regioni se ne sono andati 132 milioni di euro, che (pp. 254 e 255) nel 2006 in rimborsi elettorali nazionali ai partiti sono andati 200 milioni e per quelli europei altri 250 e che nel 2004 le sole consulenze, decise dalla "casta", costarono un miliardo e 97 milioni di euro (p. 256): in pratica queste, da sole, più di tutto l'8 per mille! E per pietà ti fermi, consigliando ad Augias per i numeri qualche lezione del "matematico" di corte, quello per cui tutti i cristiani sono "cretini", e ridi pensando ai clown sul giudizio circa la superiore "vitalità della Chiesa di Giovanni XXIII": allora la cattolica era sola "religione di Stato", e c'era il Concordato del 1929. Nostalgie?
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