Anche i domestici sul web
giovedì 22 settembre 2011
Occorre fare l'abitudine alla rivoluzione silenziosa che sta mutando il volto dell'Inps. Sempre più servizi dell'ente vengono inseriti tra quelli disponibili tramite computer o telefono, così che il prossimo anno la mutazione in telematico dell'Inps sarà completa e definitiva.
Si chiude il prossimo 30 settembre il periodo transitorio, iniziato dallo scorso aprile, concesso dall'Istituto ai datori di lavoro domestico per l'uso di moduli e comunicazioni cartacee e, nello stesso tempo, per familiarizzare con le procedure on line.
Dal 1° ottobre, le comunicazioni obbligatorie dei sacerdoti, relative all'assunzione di colf e badanti, sulla trasformazione, sulla proroga e sulla cessazione del rapporti di lavoro domestico, possono essere effettuati solo sul sito dell'Inps (con il Pin e il codice fiscale), oppure al numero gratuito 803.164 per quanti, in particolare, non hanno la facoltà o la capacità di utilizzare gli strumenti informatici. Sono valide anche le operazioni effettuate tramite gli intermediari autorizzati dall'Istituto, come enti di patronato e professionisti abilitati.
Comunità religiose. La recente sentenza della Cassazione sull'inquadramento del custode presso una congregazione di suore – impegnate nell'ospitalità di pellegrini – come portiere d'albergo e non come collaboratore domestico, ha indirettamente confermato le direttive dell'Inps sul lavoro domestico presso comunità di vita collettiva, come conventi, seminari, residenze per anziani. In queste collettività la presenza di colf o badanti è giustificata da due fattori concomitanti: l'assenza di fine di lucro nella gestione della struttura e la dimensione di vita familiare che si instaura tra i membri della comunità. È questo contesto che giustifica la presenza di una categoria di lavoratori (le colf), che per legge può svolgere assistenza retribuita solo ai componenti di una famiglia, con un complesso di mansioni proprie della vita quotidiana che in essa si svolge: cucinare, pulire, lavare, stirare, servire in funzione del benessere dei singoli.
È sorto il dubbio se anche in una struttura di grandi dimensioni (come il seminario interdiocesano) e con numerosi ospiti, possano sussistere rapporti di lavoro domestico. La perplessità va risolta nell'ottica delle mansioni assegnate alle lavoratrici, indipendentemente dal gran numero dei componenti la collettività. Se le mansioni si limitano a quelle, esemplificate, della vita familiare i rapporti di lavoro domestico sono fondati. E la legge non prende in considerazione la dimensione, più o meno rilevante, della struttura interessata. Ovviamente la gestione degli altri servizi sarà assicurata con la presenza di rapporti di lavoro dipendente diversi.
Assistenza domestica. Entro il 30 settembre i sacerdoti datori di lavoro domestico possono chiedere, all'Istituto diocesano per il sostentamento del clero, il rimborso parziale dei contributi versati dal terzo trimestre 2010 in poi (entro un tetto di 18 ore settimanali).
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