lunedì 13 novembre 2017
L’incoerenza dei cristiani, ha detto il Papa, è una delle armi più facili che ha il diavolo per indebolire il popolo di Dio e per allontanare il popolo di Dio dal Signore
Papa Francesco celebra la Messa nella Cappella di Casa Santa Marta (Osservatore Romano)

Papa Francesco celebra la Messa nella Cappella di Casa Santa Marta (Osservatore Romano)

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Gli scandali che feriscono i cuori e uccidono speranze e illusioni: ne ha parlato stamani papa Francesco nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, come riferisce Radio Vaticana.

«È inevitabile che vengano scandali», ha ricordato il Papa, riprendendo le parole di Gesù nel Vangelo odierno, ma «guai a Colui a causa del quale vengono». Da qui l’avvertimento ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi!», «..cioè state attenti a non scandalizzare. Lo scandalo è brutto perché lo scandalo ferisce, ferisce la vulnerabilità del popolo di Dio e ferisce la debolezza del popolo di Dio e tante volte queste ferite si portano per tutta la vita. E anche non solo ferisce, lo scandalo è capace di uccidere: uccidere speranze, uccidere illusioni, uccidere famiglie, uccidere tanti cuori…».

«State attenti a voi stessi» è un monito per tutti, ha sottolineato Francesco, specie di chi si dice cristiano ma vive come pagano. È questo «lo scandalo del popolo di Dio». «Quanti cristiani col loro esempio allontanano la gente, con la loro incoerenza, con la propria incoerenza: l’incoerenza dei cristiani è una delle armi più facili che ha il diavolo per indebolire il popolo di Dio e per allontanare il popolo di Dio dal Signore. Dire una cosa e farne un’altra».

Questa è «l’incoerenza», che dà scandalo, che deve oggi farci domandare - ha sollecitato il Papa -: «come è la mia coerenza di vita? Coerenza col Vangelo, Coerenza col Signore?». Ha portato quindi l’esempio di imprenditori cristiani che non pagano il giusto e si servono della gente per arricchirsi o anche lo scandalo dei pastori nella Chiesa che non curano le pecore e se ne allontanano.

«Gesù ci dice che non si può servire a due signori, a Dio e ai soldi, e quando il pastore è uno attaccato ai soldi, scandalizza. E la gente si scandalizza: il pastore attaccato ai soldi. Ogni pastore deve chiedersi: come è la mia amicizia con i soldi? O il pastore che cerca di andare su, la vanità lo porta ad arrampicarsi, invece di essere mite, umile, perché la mitezza e l’umiltà favoriscono la vicinanza al popolo. O il pastore che si sente signore e comanda tutti, orgoglioso, e non il pastore servitore del popolo di Dio..».

«Oggi può essere - ha concluso Francesco la sua omelia - una bella giornata per fare un esame di coscienza su questo: scandalizzo o no e come? E così possiamo rispondere al Signore e avvicinarci un po’ più a Lui».

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