giovedì 15 ottobre 2020
Alla Laternanense nel pomeriggio un convegno per rilanciare il progetto di un anno fa. Diaco, direttore dell'Ufficio scuola della Cei: tappa di un cammino che la Chiesa italiana ha intrapreso da tempo
L'incontro del Papa con le Scholas Occurrentes a Roma nel maggio 2018

L'incontro del Papa con le Scholas Occurrentes a Roma nel maggio 2018

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Sarà un videomessaggio del Papa ad aprire i lavori del convegno sul “Global Compact on Education” (patto globale per l’educazione) che si svolgerà oggi, giovedì 15 ottobre, dalle 14.30 in diretta streaming sul portale di Vatican News (e sui canali di YouTube) dall’Università Lateranense di Roma, che ospita l’evento. Un «patto globale» per l’educazione lanciato più di un anno fa. La pandemia ha condizionato i programmi, che passano oggi da questa nuova tappa di un cammino destinato a continuare. Sarà trasmesso anche un videomessaggio della direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, mentre alla Lateranense saranno presenti i vertici della Congregazione per l’educazione cattolica, il prefetto cardinale Giuseppe Versaldi e il segretario l’arcivescovo Vincenzo Zani. Previsti anche gli interventi dei rettori Vincenzo Buonomo (Lateranense) e Franco Anelli (Università Cattolica che ritrasmetterà l’evento sui propri profili social).


«Solo cambiando l’educazione si può cambiare il mondo». Queste parole di papa Francesco indicano più che mai una delle strade che la Chiesa - ma anche l’umanità intera -, è chiamata a intraprendere per oggi il nostro domani. «Un invito che non possiamo non accogliere» commenta Ernesto Diaco direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana. Invito che oggi vive un’altra tappa importante con il Global Compact on Education, un «Patto per generare un cambiamento su scala planetaria, affinché l’educazione sia creatrice di fraternità, pace e giustizia», come spiega la Congregazione per l’Educazione cattolica, a cui è affidata l’organizzazione di questo appuntamento.
Professor Diaco, il tema dell’educazione è uno dei fili rossi del pontificato di Francesco. L’appuntamento di oggi cosa rappresenta in questo cammino?
L’educazione è da sempre una grande passione di Jorge Mario Bergoglio, basta guardare alla sua biografia. Un anno dopo la sua elezione a Pontefice, incontrando la scuola italiana in una piazza San Pietro incapace di accogliere tutti, papa Francesco esordì dicendo: «Io amo la scuola, provo a dirvi perché». E in quell’occasione parlò per la prima volta del “villaggio” dell’educazione. L’incontro di oggi è in perfetta continuità con tutto il suo magistero. Nell’esortazione Evangelii gaudium il Papa chiedeva di sviluppare una cultura dell’incontro, nella Laudato si’ di educare all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente e in Fratelli tutti auspica un patto sociale e culturale.
L’evento di oggi giunge al termine del decennio che la Chiesa italiana ha dedicato proprio all’educazione buona del Vangelo. Quale contributo può offrire all’appuntamento promosso dal Papa?
Con la proposta del «patto educativo globale» papa Francesco ci dice che è sempre il tempo dell’educazione, come scrivevano i vescovi italiani dieci anni fa chiedendo di stringere delle «alleanze educative». Oggi però ci sono delle sfide nuove da cogliere, l’impegno per l’educazione va rinnovato e rinforzato, ad esempio con una cura particolare per gli adulti e gli educatori stessi.
Quale cammino ha compiuto la Chiesa italiana in vista dell’evento?
La Chiesa italiana ha risposto all’invito del Papa prima di tutto nelle diocesi, nelle parrocchie e nei diversi gruppi ecclesiali. Le scuole cattoliche, in particolare, si sono subito coinvolte nei temi indicati da Francesco. A livello nazionale negli ultimi due anni abbiamo promosso un percorso intitolato “Educare ancora, educare sempre” e pubblicato il testo Educare, infinito presente sull’impegno della Chiesa nella scuola e per la scuola.
In questi mesi sono stati prodotti due documenti offerti all’intera comunità educativa.
Più che di documenti parlerei di strumenti di lavoro, che si possono trovare sul sito dell’Ufficio nazionale (indirizzo https://educazione.chiesacattolica.it/). Il primo è un «decalogo per l’educazione», un testo agile che rilancia alcuni aspetti essenziali dell’educazione. L’altro è un sussidio con riflessioni ed esperienze, rivolto a tutta la comunità cristiana, non solo agli insegnanti o agli educatori. Lo stesso «patto educativo globale», infatti, dice chiaramente che tutti abbiamo una responsabilità in questo campo, anche se diversa.
Mai come in questo tempo si è compresa l’importanza dell’educazione. Nei documenti parlate spesso di “un’opera complessa” che richiede l’impegno dell’intera comunità. Quale è il contributo che i cattolici possono offrire?
Anche per questo farei riferimento alle parole del Papa. Per stringere un “patto” occorre incontrarsi, accettarsi e individuare dei valori e degli obiettivi comuni, su cui lavorare insieme. Inoltre il patto deve essere “globale”, cioè non escludere nessuno e non rinchiudersi nel proprio particolare. Il contributo dei cattolici si situa anche qui: favorire una cultura educativa che sui punti essenziali veda tutti concordi e allargare gli orizzonti del pensiero e dell’impegno.
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