giovedì 31 ottobre 2019
Udienza ai membri della Fondazione don Gnocchi a dieci anni dalla beatificazione del fondatore. 5mila pellegrini da tutta Italia. «Non stancatevi di servire gli ultimi sulla frontiera dell'infermità»
L'udienza alla Fondazione Don Gnocchi (Ansa/Vatican Media)

L'udienza alla Fondazione Don Gnocchi (Ansa/Vatican Media)

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La grande famiglia della Fondazione Don Gnocchi ha abbracciato oggi papa Francesco nel decennale della beatificazione di don Carlo. Cinquemila pellegrini, provenienti dalle nove regioni nelle quali è presente la Fondazione - guidati dal presidente don Vincenzo Barbante, dal direttore generale Francesco Converti e dal direttore scientifico Maria Chiara Carrozza - hanno incontrato il Santo Padre. Direttori e responsabili dei Centri, medici e operatori, pazienti, ospiti e familiari, volontari e amici, giovani e anziani hanno portato al Pontefice le proprie storie di fatiche e speranze, di sofferenze e prossimità.

Per la Fondazione Don Gnocchi l’udienza rappresenta il secondo incontro con Francesco, dopo la visita del Papa al Centro “S. Maria della Provvidenza” di Roma il 17 aprile 2014. Il tutto nel solco di una tradizione costellata di momenti significativi a partire dalle storiche udienze ai mutilatini di don Gnocchi concesse da Papa Pio XII nei primi anni di vita della “Baracca”.

“Cristiani attivi, ottimisti, sereni, concreti e profondamente umani”; sono gli aggettivi che scandivano la vita di uno dei cuori più grandi della Chiesa del Novecento, un professionista della misericordia per tutti, don Carlo Gnocchi. Il Papa nel suo saluto li ha citati. "Non stancatevi di servire gli ultimi sulla frontiera difficile dell'infermità e della disabilità: insieme alle terapie e alle tecniche più avanzate per il corpo, offrite a quanti si rivolgono con fiducia alle vostre strutture le medicine dell'anima, cioè la consolazione e la tenerezza di Dio". È l'incoraggiamento del Papa, che è stato accolto da affettuosi saluti e calorosi applausi; il Papa ha stretto mani e accarezzato diversi malati, anche in barella, baciato e benedetto numerosi bambini. (IL TESTO DEL DISCORSO)

Sullo sfondo un coro di alpini che ha eseguito alcuni canti. Nel richiamare la premura e la sensibilità sacerdotale del Beato Carlo Gnocchi, Francesco ha definito la Fondazione "un frutto della carità di Cristo" e ha esortato i presenti a "coniugare nella concretezza del quotidiano il servizio sociale e sanitario e l'azione evangelizzatrice", ossa a "combattere con coraggio le cause della sofferenza e curare con amore il disagio delle persone sofferenti o in difficoltà. I tempi sono cambiati rispetto alle origini, ma è necessario andare avanti con il medesimo spirito, con l'atteggiamento e lo stile" del Fondatore.

Di fronte a una mentalità che tende a rifiutare la fragilità e la sofferenza, il Pontefice ha ricordato che "una società che non è capace di accogliere, tutelare e dare speranza ai sofferenti, è una società che ha perso la pietà, che ha perso il senso di umanità. La vasta rete di centri e servizi che avete realizzato in Italia e in altri Paesi rappresenta un buon modello perché cerca di unire assistenza,
accoglienza e carità evangelica. In un contesto sociale che favorisce l'efficienza rispetto alla solidarietà, le vostre strutture - ha osservato - sono invece case di speranza, il cui scopo è la protezione, la valorizzazione e il vero bene degli ammalati, dei portatori di handicap, degli anziani". Il Papa ha reso omaggio all'impegno degli operatori della Fondazione don Gnocchi, che dedicano "tempo e risorse alla vita fragile, anche se a qualcuno può sembrare inutile o addirittura indegna di essere vissuta".

CHI È DON GNOCCHI

COSI' AIUTAVA I PARTIGIANI

Il video dell'udienza

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