lunedì 14 novembre 2016
“Per voi sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”: Francesco alle migliaia di persone presenti in occasione al Giubileo dedicato alle persone socialmente escluse.
Papa: «Inaccettabile persone siano scartate»
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I senza fissa dimora,le persone socialmente escluse, i "Lazzaro di oggi", come li definisce il Papa, gremiscono la basilica di San Pietro nel Giubileo loro dedicato, ultimo grande evento giubilare prima della chiusura, domenica prossima, dell'Anno Santo straordinario della Misericordia. A migliaia, portati da varie associazioni,assistono in preghiera alla messa del Papa: alcuni, di diverse nazioni, salgono all'altare per le letture, altri per l'offertorio, altri per la preghiera dei fedeli.

E Francesco, nell'omelia, rivolge loro un discorso di altissimo profilo, in cui bolla come "inaccettabile" che la persona umana, "il bene più prezioso agli occhi di Dio", venga "spesso scartata", e punta il dito contro la "tragica contraddizione", la "grande ingiustizia" dei nostri tempi: cioè che a un sempre maggiore progresso corrispondano sempre più persone che ne sono escluse.

"Proprio oggi, quando si parla di esclusione, vengono subito in mente persone concrete; non cose inutili, ma persone preziose- afferma il Pontefice -. La persona umana, posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perché si preferiscono le cose che passano. E questo è inaccettabile,perché l'uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio". E secondo il Papa, "è grave che ci si abitui a questo scarto":"bisogna preoccuparsi, quando la coscienza di anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali".

Per Francesco, sono invece proprio gli esclusi, i senza tetto che popolano la basilica, che aiutano "a sintonizzarci sulla lunghezza di Dio, a guardare quello che guarda Lui", cioè "i tanti poveri Lazzaro di oggi". E "fingere di non accorgerci di Lazzaro che viene escluso e scartato", ammonisce con vigore, "è voltare la faccia a Dio", è "un sintomo di sclerosi spirituale",che porta a concentrare l'interesse "sulle cose da produrre,invece che sulle persone da amare". È così, denuncia Francesco, che nasce "la tragica contraddizione dei nostri tempi: quanto più aumentano il progresso e le possibilità, il che è un bene, tanto più vi sono coloro che non possono accedervi".

È "una grande ingiustizia",perché "non si può stare tranquilli in casa mentre Lazzaro giace alla porta, non c'è pace in casa di chi sta bene, quando manca giustizia nella casa di tutti". Il Papa esorta quindi ad aprire"gli occhi al prossimo, soprattutto al fratello dimenticato ed escluso", appunto "al Lazzaro che giace davanti alla nostra porta". "Lì punta la lente d'ingrandimento della Chiesa",ricorda, che non dev'essere rivolta "verso di noi", o verso "gli orpelli che distraggono, gli interessi e i privilegi, gli attaccamenti al potere e alla gloria, la seduzione dello spirito del mondo".

La Chiesa, come dice Paolo VI, guarda ai poveri perché "queste persone le appartengono per diritto evangelico",e anche "per dovere evangelico", aggiunge Francesco, che annuncia: "vorrei che oggi fosse la giornata dei poveri". E mentre in tutte le diocesi e le cattedrali del mondo vengono chiuse oggi le Porte Sante, in attesa che il Papa chiuda domenica prossima anche quella di San Pietro, atto finale del Giubileo, lui invita a guardare "con fiducia al Dio della misericordia", e - sulla scorta del Vangelo odierno - a non lasciarsi "ingannare dai predicatori apocalittici", dai "profeti di sventura", dalle "vanità degli oroscopi", dalle "predicazioni e predizioni che ingenerano paure, distraendo da ciò che conta".

Occorre, dice chiaramente, "purificare la vista del cuore dalle rappresentazioni ingannevoli e paurose, dal dio della potenza e dei castighi, proiezione della superbia e del timore umani".

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