lunedì 4 novembre 2019
Nella Messa di papa Francesco per i cardinali e i vescovi defunti: "Chinarsi sui bisognosi per servirli è fare anticamera per il paradiso"
Il Papa: «Dio è la risposta per vaccinarsi contro la morte»
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Andare a Gesù uscendo da se stessi, avere sentimenti e gesti di pietà, prendere le decisioni importanti al cospetto di Dio. Sono i suggerimenti proposti nell'omelia da papa Francesco sul pensiero della Risurrezione, "motivo per cui siamo venuti al mondo", come ricordano le Letture della Messa presieduta nella Basilica Vaticana per i cardinali e i vescovi defunti nel corso dell’anno.

Rifacendosi al Vangelo di Giovanni proposto dalla liturgia odierna, in cui Gesù afferma “Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori”, il Papa ha suggerito una serie di domande per comprendere la direzione del proprio cammino: "Vivo andando al Signore o ruoto su me stesso? Qual è la direzione del mio cammino? Cerco solo di fare bella figura, di salvaguardare il mio ruolo, i miei tempi e i miei spazi, o vado al Signore? La frase di Gesù è dirompente: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori. Come a dire che è prevista la cacciata per il cristiano che non va a Lui. Per chi crede non ci sono vie di mezzo: non si può essere di Gesù e ruotare su sé stessi. Chi è di Gesù vive in uscita verso di Lui".

“La vita è tutta un’uscita” ha proseguito Francesco, dal grembo materno fino, attraverso le diverse tappe della vita, “all’uscita da questo mondo” ma la più “importante” e “difficile, che “dà senso a tutte le altre”, ha aggiunto il Papa, è “quella da noi stessi”: "Oggi, mentre preghiamo per i nostri fratelli Cardinali e Vescovi, che sono usciti da questa vita per andare incontro al Risorto, non possiamo dimenticare l’uscita più importante e più difficile, che dà senso a tutte le altre: quella da noi stessi.

Solo uscendo da noi stessi apriamo la porta che conduce al Signore".

“La pietà verso gli altri spalanca le porte dell’eternità” ha continuato il Papa, nell’omelia della Messa celebrata in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell’anno, nella basilica di San Pietro. “Chinarsi sui bisognosi per servirli è fare anticamera per il paradiso”. Se infatti, come ricorda san Paolo, “la carità non avrà mai fine” – ha proseguito Francesco – “allora proprio essa è il ponte che collega la terra al Cielo”. “Possiamo dunque chiederci se stiamo avanzando su questo ponte”, l’invito del Papa: “Mi lascio commuovere dalla situazione di qualcuno che è nel bisogno? So piangere per chi soffre? Prego per quelli a cui nessuno pensa? Aiuto qualcuno che non ha da restituirmi?”. “Non è buonismo, non è carità spicciola; sono domande di vita, questioni di risurrezione”, ha puntualizzato Francesco.

“Prima di prendere una decisione importante, immaginarsi al cospetto di Dio alla fine dei giorni”. È il consiglio, mutuato dagli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio, con cui il Papa ha concluso l’omelia della Messa celebrata in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno. “Quella è la chiamata a comparire non rimandabile, il punto di arrivo per tutti”, ha spiegato Francesco: “Allora, ogni scelta di vita affrontata in quella prospettiva è ben orientata, perché più vicina alla risurrezione, che è il senso e lo scopo della vita”. “Come la partenza si calcola dal traguardo, come la semina si giudica dal raccolto, così la vita si giudica bene a partire dalla sua fine, dal suo fine”, ha osservato il Papa, che ha definito il suggerimento di Sant’Ignazio “un esercizio utile per vedere la realtà con gli occhi del Signore e non solo con i nostri; per avere uno sguardo proiettato sul futuro, sulla risurrezione, e non solo sull'oggi che passa; per compiere scelte che abbiano il sapore dell’eternità, il gusto dell’amore”. "Esco da me per andare ogni giorno al Signore? Ho sentimenti e gesti di pietà per i bisognosi? Prendo le decisioni importanti al cospetto di Dio? Lasciamoci provocare almeno da uno di questi tre stimoli”, ha concluso papa Francesco riassumendo le tre domande centrali della sua omelia: “Tra le tante voci del mondo che fanno perdere il senso dell’esistenza, sintonizziamoci sulla volontà di Gesù, risorto e vivo: faremo dell’oggi che viviamo un’alba di risurrezione”.


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