«Vedo la democrazia a rischio». Facciamo un passo avanti per evitarlo
venerdì 23 settembre 2022

Gentile direttore,

sono un uomo distratto che guarda il mondo con occhio impigrito: tran-tran routinario, avvolgente, talora assopente, ma che si accetta. Dispiace un po’ accorgersi di quanto poco si possa incidere sulle cose di questo mondo con la Volontà, che facevo un tempo più rilevante. Le giornate finiscono coll’assomigliarsi. Così, come son sempre, non mi sono manco accorto che Mario Draghi non governerà più il Paese e che pertanto occorrerà tornare alle urne: “Oh cavolo, ma perché? Che è successo?” mi chiedo in questi giorni. Ed è così che l’altro dì, improvviso, come per forzare la mia indifferenza, un fulmine, un guizzo di nera luce ha squarciato il cielo scuro. Un attimo, sufficiente per vedere donne e uomini più o meno finti che si agitano come anguille ancora vive dentro un calderone d’acqua bollente. Una fosca “visione”, dallo sfondo grigio-pervinca, lo stesso colore di quando nubi buie annunciano un temporale. Per quanto di “politica” non m’intenda granché, né adesso né all’orizzonte vedo giganti. Ed allora mi son fatto sopraffare da un pensiero indecente: “Ma questo popolo merita ancora la democrazia parlamentare?”. Siamo sommersi da cacofonie di suoni e slogan. Insignificanti. La democrazia era da tempo sbuffante, adesso è ansimante. Rischieremo di perderla? Avverto il pericolo, ma non sarà qualcuno o qualcuna, bensì qualcosa che potrebbe farcela perdere. In un contesto economico complesso, di manovre finanziarie ardite e nell’attuale situazione geopolitica, potrebbe non reggere. Siamo a un bivio storico. È inderogabile fare un passo indietro, per farlo occorre ripensare noi stessi senza perdere però la nostra identità, ma per giungerci occorrono ponderazione non rabbia, riflessione non istinto, intelligenza non rissosità (figlia becera della stupidità). Dunque un sussulto? Speriamo: in caso contrario, per citare Heidegger, «Solo un Dio ci può salvare».

Piergiorgio Tronci, Barge (Cuneo)


Quello che lei invoca, gentile lettore, non è un passo indietro, ma un passo avanti. La democrazia si salva solo così. Cioè prendendosi, nelle condizioni date, tutte intere le proprie responsabilità di cittadini e di elettori per vivere e custodire la nostra libera e responsabile concittadinanza e per costruire un Paese davvero solidale nella comune patria europea. Poi, siamo tutti nelle mani di Dio.

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