Tutto si può manipolare, l'antidoto è fare i conti con la realtà e informare
sabato 4 aprile 2020

Gentile direttore,
ho letto con stupore l’articolo di Paolo Viana intitolato «Coronavirus. Blangiardo (Istat): nel 2019 a marzo 15mila morti per polmoniti varie». In particolare, mi ha sorpreso questo passaggio che riporto di seguito: «Dal 21 febbraio al 31 marzo sono morte 12.428 persone per Covid 19. Quanti sono i morti di influenza nel mese di marzo (nel quale, quest’anno, si sono concentrati i decessi di coronavirus) degli anni scorsi? Più che i morti per influenza, che è più difficile da attribuire come effettiva causa di morte, conviene ricordare i dati sui certificati di morte per malattie respiratorie. Nel marzo 2019 sono state 15.189 e l’anno prima erano state 16.220. Incidentalmente si rileva che sono più del corrispondente numero di decessi per Covid (12.352) dichiarati nel marzo 2020». Non ho competenze statistiche, non sono un immunologo, né un virologo, ma mai come in questo periodo leggo le notizie. Questo pezzo dell’intervista potrebbe essere molto pericoloso. La primissima domanda che mi è sorta è: ma allora di che emergenza stiamo parlando? La considerazione reale che si può fare è che se tutta l’Italia non fosse stata a casa nel mese di marzo il numero di morti sarebbe stato molto più alto. “Incidentalmente” ci sono stati meno morti perché si sono applicate misure straordinarie. Questo andrebbe ribadito, altrimenti si dà il coltello da parte del manico ai complottisti che sostengono che è tutta una macchinazione per coprire chissà cosa... E il confinamento sociale a cui siamo sottoposti non aiuta la lucidità mentale di un lettore “normale”. La ringrazio per l’attenzione che potrà dedicarmi.

Federico Iommi Riccione (Rn)

Fa bene, gentile signor Iommi, a leggere tante notizie, a cercarne ancora. E per trovarne di verificate e attendibili – utili per sapere, capire, ragionare e tirare conclusioni – i giornali ci vogliono proprio, naturalmente se e quando sono fatti come si deve... Noi di “Avvenire” ci impegniamo ogni giorno per questo. L’intervista che giustamente l’ha colpita e che Paolo Viana ha realizzato a un grande studioso come Giancarlo Blangiardo, oggi presidente dell’Istat, ci ha consentito di mettere a disposizione dell’opinione pubblica dati e valutazioni davvero interessanti e in qualche misura scomodi Lei teme che siano anche manipolabili. Potrei risponderle che ogni cosa purtroppo lo è, ma preferisco ricordarle che la realtà è tenace e che quella descritta dalle informazioni fornite dal professor Blangiardo è una realtà solida, e per chi ha occhi buoni e testa sgombra (nonostante le preoccupazioni del momento) stimolante e persino motivante. Motivante ad affrontare in modo solidale la sfida che ci sta davanti. Che cosa intendo dire? La citazione che la inquieta e che lei riporta contiene nella prima parte una domanda del giornalista, e nella seconda la risposta dell’esperto. La domanda del giornalista, che dà voce a quella che si potrebbe definire una curiosità da uomo della strada, è riassumibile così: si muore più di Covid-19 o di influenza? La risposta dell’esperto è chiara, ed è contenuta nella seconda parte di quella stessa citazione: non parliamo di influenza, parliamo di malattie respiratorie... I dati di marzo 2019 erano pesanti e quelli dello stesso mese del 2018 ancor di più. Superiori entrambi a quelli per ora registrati del 2020. Ma hanno una premessa in un’altra constatazione che l’Istat di Blangiardo ci ha consegnato e che è nell’incipit del colloquio: nelle prime tre settimane di marzo, nel Nord d’Italia si muore il doppio rispetto a un anno fa. E s’incastonano in un’intervista che non dà affatto materia per le elucubrazioni da “complottisti”, ma già offre piste di lavoro per chi governa, amministra e fa le leggi in tema di sanità pubblica, demografia, economia... Perché la pandemia di Covid-19, aggrava e sottolinea problemi che erano già seri. Capisco, dunque, che abbia attirato la sua attenzione, come ha attirato quella del professor Alessandro Rosina, altro grande esperto di dati e statistiche, che ventiquattr’ore dopo, su “Avvenire” di ieri venerdì 3 aprile ( tinyurl.com/qosu3pm ) ha ragionato anche sul pericolo – fugato dalle misure sinora assunte – di dover contare, qui in Italia, fino a «un milione di morti» a causa della pandemia. Le consiglio anche rileggere l’analisi del professor Matteo Rizzoli ( tinyurl.com/rj9sw56 ) che, da economista, sulle nostre pagine ha offerto sin dal 26 marzo ulteriori dati e spunti di riflessione nel responsabile senso che le sta a cuore. L’antidoto ai 'complottismi' è un’informazione solida e mai timida... Grazie per questo dialogo.

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