Pon-Scuola e paritarie, discriminazione lampante che merita di essere sanata
venerdì 15 settembre 2017

Caro direttore,
mi permetto di scrivere questa lettera ad “Avvenire” per richiamare con chiarezza all’attenzione della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e del ministro per la Coesione Claudio De Vincenti la discriminazione che da anni subiscono i genitori e gli studenti di scuole paritarie. La questione, ormai da tantissimi conosciuta, riguarda i famosi Pon (Programmi operativi nazionali, in questo settennio 2014-20 intitolati “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”, finanziati dai Fondi strutturali europei) e i relativi bandi il cui accesso è riservato solo alle scuole statali e non quelle paritarie. Qual è la motivazione istituzionale? Le scuole paritarie italiane che pure appartengono all’unico sistema formativo italiano sono considerate “private” e quindi non hanno diritto di partecipare ai bandi e utilizzare “soldi europei”.
Sorge allora una prima domanda: ma la legge 62/2000 che afferma che le scuole paritarie fanno parte del sistema unico integrato di istruzione – e sono quindi a gestione privata, ma con funzione pubblica – è una legge italiana o no? Una seconda domanda viene di conseguenza: le scuole paritarie a chi “appartengono”? A quale Ministero? Chi deve spiegare all’Europa che le scuole paritarie sono a gestione privata come la maggior parte delle scuole europee, ma pubbliche e riconosciute totalmente nella loro funzione formativa dal Miur? Vogliamo dare un’occhiata alla Costituzione Italiana art. 33 a tutti noto per quel «…senza oneri per lo Stato» e ignorato volutamente quando recita: «La legge nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare a esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali». La questione Pon e l’accesso vietato alle scuole paritarie ci indigna tutti, è un “di meno” per tutti perché è una discriminazione pesante che rende un po’ meno credibili le istituzioni che i ministri Fedeli e De Vincenti con serietà rappresentano.
Non parliamo di concessioni ma di diritti acquisiti da rispettare, di giustizia e di democrazia. L’accordo Miur/Europa firmato nel 2014 è illegale in quanto viola la legge 62/2000. Noi associazioni dei genitori e dei docenti di scuola paritaria e statale siamo certi che il percorso giusto sia tracciato e riconoscibile, non ci interessa recriminare su un passato, ma guardare avanti con fiducia certi che la giustizia è una virtù civica che fa crescere tutti noi come cittadini italiani, e come cittadini europei.

Maria Grazia Colombo - Vicepresidente nazionale Forum delle associazioni familiari

Condivido, cara vicepresidente Colombo, ragioni, argomentazioni e tono di questa sua lettera inviata a me, ma rivolta con garbo ed efficacia ai ministri che hanno la possibilità di sciogliere il nodo (davvero uno dei più sorprendentemente discriminatori...) che si è aggrovigliato attorno alla quasi incredibile esclusione delle scuole paritarie, che sono parte a pieno titolo del sistema nazionale italiano di istruzione, dallo sviluppo di iniziative Pon. Posso solo augurarmi che la risposta, e il rimedio all’ormai datato errore, sia altrettanto chiara e puntuale.

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