I colori delle stragi, quelli del pregiudizio e l'unica parte giusta: con le vittime
venerdì 30 aprile 2021

Caro direttore,
vorrei proporre una riflessione a coloro che protestano per gli arresti in Francia di condannati per gravi delitti, affermando che, poiché è passato molto tempo dai fatti, si tratterebbe più di vendetta che di giustizia. Anche la strage di piazza Fontana, quella della stazione di Bologna, quella di Brescia e altre ancora sono avvenute molti anni fa: cercarne i colpevoli è desiderio di vendetta?
Nazareno Morresi, Macerata

Domanda semplice e perfetta, caro amico. Quando non ci si riesce a mettere dalla parte della vittime – che, nella Storia e in ogni storia, è la sola parte giusta – si può anche avere il senso dei colori ovvero dei colori del proprio pregiudizio (in questo caso, il “rosso” o il “nero” dei fatti di sangue provocati da terroristi di estrema sinistra o di estrema destra), ma si perde il senso della giustizia e, prima ancora, il senso dell’umanità. Sarà anche politica, e però non è nemmeno lontanamente buona politica.


«COSTA IL RIENTRO DEI VECCHI CONDANNATI»
NON È QUESTO IL PUNTO, NÈ IL PROBLEMA

Gentile direttore,
i terroristi nostrani arrestati in Francia, dopo decenni di vane richieste di estradizione, non andranno mai in carcere in Italia “per raggiunti limiti di età”. Se torneranno qui, necessiteranno di cure mediche crescenti con l’avanzare dell’età, avranno diritto all’assegno sociale in Italia perché senza reddito (quello che hanno è in Francia) e senza aver mai versato una lira di tasse o di contributo qui da noi. Secondo lei si potrebbe pensare che la Francia abbia voluto farsi bella con noi con poco?
Antonio Schiavon, Padova

A mio parere, gentile lettore, non è questo il punto ed è l’ultimo dei problemi. Vedremo in quanto tempo e come si concluderanno le battaglie giudiziarie contro l’estradizione di queste persone condannate in Italia per terribili fatti di sangue e fuggite da anni in Francia. Per il resto, anche se qualche volta non sembra, siamo nell’Unione Europea e una pensione maturata in Francia si può riscuotere anche in Italia e le cure mediche sono garantite in ogni Paese dell’Unione a tutti cittadini dell’Unione stessa e a coloro che nell’Unione risiedono. Il valore dell’estradizione è morale e di principio. Siamo un Paese civile che prova a far giustizia e non vendetta. Per questo le leggi e regole si applicano e non si modulano “ad personam”.

GRAZIE AL PREZIOSO «TAXI SOLIDALE»
MENO DISAGI E SOLITUDINE A MILANO

Gentile direttore,
le scrivo perché nella giornata di oggi, venerdì 30 aprile 2021, si è conclusa l’esperienza del “Taxi solidale” promossa dalla Fondazione Guido Venosta che ha messo a disposizione un milione di euro per pagare le corse ai cittadini più fragili (tra cui anziani e persone con disabilità) che a causa della pandemia non potevano utilizzare in sicurezza i mezzi pubblici e non avevano modo di spostarsi autonomamente. Tra le persone che hanno usufruito del “Taxi solidale” ci sono anche 35 persone con disabilità, che in questi mesi hanno potuto spostarsi in sicurezza tra la propria abitazione e i centri diurni dove trascorrono le loro giornate. Con questa lettera vogliamo esprimere il nostro ringraziamento alla Fondazione Guido Venosta, all’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano e ai tassisti milanesi che con grande empatia e con grande disponibilità hanno permesso la realizzazione di questo progetto. Se non ci fosse stata questa opportunità, molte persone con disabilità sarebbero state costrette a restare a casa durante i mesi più difficili della pandemia, in una condizione di isolamento e frustrazione. Ancora una volta, Milano ha mostrato il proprio volto più bello: quello generoso e solidale, la propria capacità a trovare soluzioni di fronte a una situazione di emergenza per tutelare le persone più fragili.
Enrico Mantegazza, presidente Ledha Milano
Marianna Mastronicola, presidenteCoordinamento Famiglie Sfa Cse e Cad

BEN STRANA CIVILTÀ
QUELLA CONTEMPORANEA
Gentile direttore,
se difendi la famiglia come unione d’amore tra una donna e un uomo, rischi la galera con l’accusa di omofobia; se, invece, aiuti qualcuno a darsi la morte – al posto di confortarlo – vieni assolto dall’accusa di istigazione al suicidio. Ben strana “civiltà” quella odierna!
Annalisa Boffi

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