Ecumenismo: nessuno e nulla va dimenticato (pure sulla Rai)
mercoledì 19 aprile 2017

Gentile direttore,
nell’impossibilità tecnica di far pervenire alla Rai alcune mie considerazioni (nonostante i miei tentativi di scrivere all’indirizzo suggerito per i contatti), scrivo a lei e ad 'Avvenire'. Dunque, la cosa è questa: quest’anno la Pasqua, per ragioni di calendario, poteva essere celebrata insieme da tutti i cristiani ed è stata una bella esperienza che fa pregustare quella più completa unità per la quale in molti si lavora e si prega da anni, tutti insieme – cattolici, protestanti e ortodossi – su quella via lunga e preziosa che è l’Ecumenismo. La realizzazione dell’unità dei cristiani, anche nella diversità, sappiamo che non sarà frutto delle nostre mani, ma che le nostre mani comunque hanno la loro parte da fare. Tra questo c’è il far conoscere i cristiani gli uni agli altri, senza pregiudizi. È inevitabile che in un Paese in prevalenza cattolico sia meno facile incontrare gli 'altri' e a ragion di più è importante darne notizia. Ancora succede che si chieda a un luterano se è cristiano, o comunque a un evangelico se festeggia la Pasqua... I media possono fare tanto e la nostra Rai, servizio pubblico, davvero moltissimo. Ieri era Pasqua e papa Francesco ha accennato ai «cristiani di tutte le confessioni» e non ci sono dubbi che intendesse certo i Cattolici e certo gli Ortodossi, ma anche i Protestanti verso i quali ha dato segni di assoluta fraternità e non certo di 'scomunica'. Ma in due altre occasioni i servizi realizzati da giornalisti Rai hanno completamente ignorato i Protestanti, che sono parte integrante del 'Corpo di Cristo', della grande comunità dei credenti. E in questo anno in cui stiamo riflettendo sulla Riforma e celebrando con convegni e conferenze un evento complesso che ha dato frutti di fede non trascurabili e che è nato dall’amore per la Chiesa, proprio la Chiesa cattolica è in prima linea nell’impegno di offrire occasioni di conoscenza serena. Ecco allora che si resta sconcertati davanti a certi atteggiamenti, frutto o di ignoranza (colpevole), o di superficialità. La ringrazio e lascio a lei questo messaggio in bottiglia. Cordiali saluti e auguri.

Adelina Bartolomei, Chiesa Evangelica Valdese-Roma

Capisco il senso del suo appello, gentile signora Bartolomei, anche perché condivido la sua fiducia in Dio, e nell’azione e nella preghiera di uomini e donne di buona volontà e di retta fede, che anima il cammino ecumenico. Renzo Bertalot, un maestro di lettura della Bibbia e di fraternità cristiana che lei ha certamente conosciuto, quando ero ancora un ragazzo mi disse che certo non a lui, ma a quelli della mia età sarebbe toccato di vedere la «terra promessa» dell’unità anche nella differenza della Chiesa sposa dell’unico Signore. Continuo ad aver cara questa speranza, che si nutre di memoria e di rispetto reciproco, ma soprattutto della verità che è Cristo. E sono sicuro anch’io che una Rai che 'non dimentica' in cronache importanti i fratelli protestanti accanto agli ortodossi e a noi cattolici può dare una mano. Non decisiva, ma utile. Utile alla conoscenza che è condizione della comprensione e premessa all’incontro che cambia tutto.

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