sabato 22 marzo 2014
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Gentile direttore,
l’intento di questa lettera è quello di esprimere pubblicamente l’amarezza di alcuni genitori nel vedere non più riconosciuta la festa del papà e della mamma. Festa che da sempre, e nella maggior parte delle scuole, viene vissuta come piccolo momento da parte del bambino per ringraziare e promettere buoni propositi ai genitori tanto amati. La perplessità nasce dal fatto che nella nostra scuola (materna "Aquilone") questo momento così intimo tra genitori e figli venga sostituito da una nuova festa, "festa della famiglia"; non comprendiamo per quale motivo non sia possibile l’esistenza di entrambe le feste. La motivazione espressa dalle insegnanti è principalmente la difficoltà di spiegare ai bambini "meno fortunati" (che non hanno, per molteplici ragioni, i loro cari vicini) come vivere e affrontare questo giorno; ma, si è anche accennato a una commercializzazione della festa. Premettendo che nella nostra società per ragioni di interesse economico, tutto è diventato commerciale, pensiamo che debba essere nella volontà e nella capacità di ognuno di noi rendere ogni giorno e ogni festa speciale, con nuovi propositi e nuovi momenti di riflessione, al fine di non piegarsi ad una società che ci vuole sempre più appiattire. Anche perché, questa motivazione avrebbe un peso maggiore qualora non si festeggiasse nelle scuole la festa di halloween.  Pur riconoscendo la difficoltà nell’esprimere a un bambino che non ha genitori, come vivere quel momento, pensiamo che proprio lì cominci la comunicazione "vera" tra scuola e famiglia, al fine di trovare insieme il modo migliore per far vivere al bambino quel giorno come un giorno speciale, proprio come per i bambini che hanno i genitori. Non dobbiamo essere noi a ricordare che nella nuova società, con la formazione di nuovi e diversi nuclei familiari, molto spesso il ruolo del genitore viene affidato ad altri componenti della famiglia (fratelli, zii, nonni..). Anche Papa Francesco nel suo discorso a Piazza S. Pietro, il 19 marzo, nell’augurare una buona festa a tutti i papà del mondo (al di là del proprio credo) ha ricordato che Giuseppe non è il "padre" di Gesù ma "fa da papà". Infine, non è tanto la nostalgia del nostro passato o la nostra insensibilità al problema che ci spinge a esprimere la nostra opinione, ma proprio perché il nostro ruolo di genitori ci impone di proteggere i nostri figli e i bambini, componente fondamentale della nostra società, crediamo che con il nascondere, ignorare o ritardare i problemi questi non vengano risolti. Ma al contrario solo riconoscendo, naturalmente, le difficoltà e chiamandole con il proprio nome, queste possono essere veramente superate rendendo la vita del bambino migliore. Riconoscendo la complessità del ruolo di insegnante, siamo fiduciosi, e consapevoli che oggi più che mai sia veramente difficile porsi in ogni circostanza dalla parte dei bambini senza escluderne alcuni.
Alessia e Francesca, Bergamo
Capisco e apprezzo la vostra preoccupazione, care e gentili lettrici. E mi piacciono molto il tono garbato e i seri argomenti della "protesta" a cui date voce. Se mi consentite la battuta, però, da padre vorrei che in tutte le scuole d’Italia la "festa del papà" fosse organizzata e vissuta come "festa della famiglia"! Rispetto a ben altre rimozioni che mi sono state segnalate, il cambiamento operato nella vostra scuola materna bergamasca mi sembra, infatti, mosso da intenzioni buone e in una direzione comunque buona. «Famiglia» è una parola bellissima, e un concetto prezioso e da tener caro che abita senza ombre anche l’articolo 29 della nostra Costituzione e da millenni la cultura della nostra gente. Se fosse stata invece proposta ai vostri figli una "festa dei numeri" al posto di quella "del papà", mi sarei inquietato moltissimo. E non perché non sia anch’io consapevole del fatto che noi italiani dobbiamo "recuperare" parecchio in matematica al cospetto di buona parte del resto d’Europa, ma perché – purtroppo – siamo incappati nella ridicola stagione del "genitore 1" (più o meno al posto del papà) e del "genitore 2" (più o meno al posto della mamma). È come una stagione delle piogge, piogge storte. Dalla quale l’unica cosa sensata è uscire alla svelta… Auguri ancora a tutti i papà, e – anticipati – a tutte le mamme. E viva la famiglia.
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