lunedì 12 novembre 2018
La prima Comunione di Aurora, 12 anni, simbolo della Terra dei fuochi: «Non voglio che altri bambini si ammalino». La festa al Parco verde di Caivano
Aurora, la piccola guerriera più forte del cancro

Il cielo e l’inferno, il bene e il male. Quasi uno accanto all’altro, due o trecento metri. In chiesa Aurora, malata di cancro, che cammina a fatica ed è raggiante per ricevere la sua prima Comunione, che combatte da anni e non si piega. Un paio di palazzine più in là lo spaccio. Alla luce del sole, sotto tre portoni, senza nemmeno voglia o necessità di non darlo troppo a vedere.La luce e il buio. Aurora che comprerà «tanti regali ai bambini malati, non voglio che stiano in ospedale, io vorrei stessero a casa, con la loro famiglia». Che è figlia adottiva di Marilena e Gianmarco e «siamo innamorati», spiegano abbracciandosi tutti e tre, anzi quattro con il fratello diciassettenne.

Aurora che alla preghiera dei fedeli dice, con un filo sorridente di voce, «i bambini malati sono miei figli» e dodici anni li ha compiuti qualche giorno fa. Sempre due o tre palazzine più in là, un appartamento al piano terra, un bel via vai per esser mattina presto, qualcuno entra con i soldi già in mano, qui vendono le siringhe.Parrocchia San Paolo Apostolo, Parco Verde, Caivano, Napoli. Periferia povera e abbandonata dallo Stato e terribile da far tremare le gambe, una trincea d’infamie e meraviglie, davvero cielo e inferno vicini e tutto dipende dalla scelta.

Una decina di donne sono a lavoro dalle otto per preparare la festa ad Aurora. Tutto il Parco ha voluto partecipare al regalo per la piccola, c’è chi ha messo pochi centesimi perché soltanto questi aveva e vi ha rinunciato. Sono i soldi con i quali Aurora comprerà «i giocattoli ai bambini malati».

La chiesa è stracolma, quasi non c’è posto neanche in piedi. Altro che cancro, ci sono i palloncini colorati, il rinfresco quando la Messa sarà finita, un mare di fiori, tante sorprese, uno striscione appeso fuori: «Oggi incontri la vera fonte della gioia. Auguri per la tua prima Comunione, Aurora», c’è scritto. E ci sono disegnati due cuori, è disegnata una corona da regina. Per lei che forse, da un po’ di tempo, è la bambina simbolo della Terra dei fuochi e dei suoi bimbi di ieri e oggi e domani. Una specie di guerriera tenerissima.Lo spaccio lì continua. La festa in chiesa anche.

C’è un mare di bambini. Don Maurizio Patriciello scherza durante l’omelia, Aurora sorride, le regala un gran bel Crocifisso, lei se lo stringe al petto e poi abbraccia il prete, mamma Marilena e papà Gianmarco non riescono a nascondere prima la fierezza, poi l’emozione. Qualcuno dirà più tardi che Aurora è sembrata essere una piccola, felice santa e neppure sembra troppo esagerato. L’uscita dalla chiesa è altra roba da ricordare. Coriandoli e applausi, la fila per darle un bacio e fare una foto con lei, la musica, certe ragazze vestite come i suoi personaggi preferiti e poi… il colpo di scena.

Ecco spuntare Gigi D’Alessio, per le cui canzoni Aurora impazzisce. Lei strabuzza gli occhi, non ci crede, lui le si avvicina e lei lo abbraccia mettendogli la testa sul petto.Altre foto, altre risate, altra musica. Don Maurizio guarda la piccola, si guarda intorno ed è contento. Non solo lui. La festa è venuta proprio bene, Aurora non la dimenticherà. Le darà nuove energie per bastonare il cancro. Come il corpo di Cristo che ha appena preso. E cos’hanno invece perso, quei poveri, sporchi spacciatori non lo sapranno mai.

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