venerdì 22 maggio 2009
Il contatto, avvenuto il 16 maggio scorso, è stato reso noto ieri dalla Croce Rossa internazionale. Vagni ha anche potuto ricevere alcuni effetti personali.
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    Ha finalmente potuto contattare la sua famiglia, il 16 maggio scorso, Eugenio Vagni, l’operatore italiano della Croce Rossa rapito nelle Filippine ormai quattro mesi fa. Lo ha reso noto ieri la Croce Rossa internazionale, secondo quanto ha riferito l’emittente televisiva filippina "Gmanews", rivelando che Vagni ha anche potuto ricevere da parte dei suoi colleghi filippini un pacchetto contenente alcuni effetti personali. Ogni telefonata «è sempre un segno positivo – ha commentato Alain Aeschlimann, capo delle operazioni della Croce Rossa per il Pacifico asiatico – ma non basta a scacciare la paura» per la sua sorte. L’operatore della Croce Rossa, che è originario di Montevarchi, in provincia di Arezzo, è stato sequestrato dai ribelli islamici di Abu Sayyaf il 15 gennaio scorso insieme a due colleghi, Mary Jane Lacaba e Andreas Notter, poi liberati il 2 e il 18 aprile, mentre l’operatore italiano è rimasto nelle mani dei miliziani. La Croce Rossa internazionale ha rinnovato il suo appello affinché i ribelli rilascino Vagni, che ha 62 anni e soffre di un’ernia che gli dà difficoltà a camminare. «Stiamo facendo tutto il possibile perché ciò avvenga», ha ribadito il rappresentate della Croce Rossa, sottolineando che la priorità rimane la salvezza dell’ostaggio.
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