martedì 25 novembre 2014
​Una dozzina di edifici incendiati e un agente ferito nella protesta seguita all'annuncio che non sarà incriminato il poliziotto che ad agosto uccise un diciottenne nero. La protesta dilaga da New York alla California.
Una via d'uscita di Elena Molinari
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Una dozzina di edifici dati alle fiamme e un agente ferito a Ferguson, in Missouri, nei disordini scoppiati dopo la decisione del Gran Giurì di non incriminare il poliziotto che ad agosto uccise un diciottenne nero. Ottantadue arresti. Sul caso è intervenuto anche Obama. «Non ci sono prove». Il Gran giurì ha deciso che non ci sono prove sufficienti per il rinvio a giudizio di Darren Wilson, l'agente che il 9 agosto scorso sparò e uccise Mike Brown. Una decisione che si rincorreva da giorni, soprattutto dopo che il governatore dello Stato, Jay Nixon, aveva dichiarato lo stato di emergenza e allertato la Guardia nazionale, ma che ha comunque colto di sorpresa la comunità di 21mila abitanti, di cui i due terzi afroamericana. "È stata fatta un'indagine completa", ha detto il pubblico ministero Robert McCulloch nell'annunciare la scelta fatta dai 12 giurati.

Obama invita alla moderazione. Intervenendo a sorpresa in tv, il presidente Barack Obama ha esortato i manifestanti a protestare pacificamente e la polizia a usare moderazione: "Il nostro Paese è bastato sullo Stato di diritto e dobbiamo accettare il fatto che questa è stata una decisione del Gran giurì", ha detto. "Non ci sono scuse per la violenza. I progressi non si fanno lanciando bottiglie", ha proseguito. Obama ha però sottolineato come quella di Ferguson sia "una questione che riguarda tutta l'America, una questione reale". "C'è una profonda sfiducia tra la polizia e la comunità afroamericana". "E questa - ha spiegato il presidente americano - è l'eredità di una lunga storia di discriminazione nel nostro Paese. È necessario riconoscere come la situazione di Ferguson parla all'intero Paese e mostra le più ampie sfide che noi ancora affrontiamo come nazione".E l'inchiesta va avanti. Intanto il ministro della Giustizia, Eric Holder, ha annunciato che "il dipartimento va avanti con la propria inchiesta sull'uccisione di Brown e sulle accuse alla polizia di ricorrere a presunte politiche e pratiche incostituzionali".La protesta dilaga da NY a LA. La decisione del Gran giurì ha subito provocato le proteste non solo a Ferguson, ma nella principali città americane. La mobilitazione maggiore si è avuta a New York dove, oltre alla manifestazione a Times Square, migliaia di dimostranti sono scesi spontaneamente in strada per protestare bloccando il traffico su tre dei principali ponti della città, Brooklyn, Manhattan e Triboro.

Proteste a New York, da Seventh Avenue a Times SquareDa New York a Seattle, Los Angeles, Chicago, Cleveland, Oklahoma City, Oakland e Pittsburg, l'America sta rivivendo lo stesso scenario di rabbia scoppiato dopo l'uccisione di Trayvon Martin, 17enne nero freddato da una guardia volontaria il 26 febbraio di due anni fa, a Sanford, un sobborgo di Orlando, in Florida.

In California bloccata la Interstate 580 a OaklandNonostante i ripetuti appelli alla calma, a Ferguson sono stati segnalati diversi tafferugli tra le forze dell'ordine e un gruppo di manifestanti che ha assalito un'auto vuota della polizia spaccando vetri e parabrezza. Subito sono intervenuti gli agenti in tenuta antisommossa che hanno lanciato lacrimogeni per disperdere la folla. Un giornalista della Cnn è rimasto ferito dai gas. Alcuni spari sono stati uditi nei pressi della stazione di polizia. Diverse auto sono state incendiate ed scene di razzia nei negozi si sono registrate in alcuni punti della città.Arrestate 82 persone. Nel corso della notte di violenze a Ferguson sono state arrestate 61 persone, molte delle quali per furto e violazione di domicilio. Lo ha riferito un portavoce della polizia locale, Brian Schellman. Altre 21 persone sono state arrestate per reati simili anche nella vicina St Louis, ha reso noto il sindaco della città, Francis Slay.
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