giovedì 19 settembre 2019
Negli ultimi vent'anni la situazione è notevolmente migliorata in molti Paesi dell'Asia, ma resta allarmante nell'Africa subsahariana
(Ansa)

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Dal 2000, i decessi infantili sono diminuiti di quasi la metà e quelli materni di oltre un terzo. Eppure, ancora oggi, si stima che 2,8 milioni di donne incinte e neonati muoiano ogni anno e per cause prevenibili, ovvero uno ogni 11 secondi. È quanto illustrano le nuove stime sulla mortalità infantile e materna pubblicate oggi dall'Unicef e dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Il nuovo report rivela che 6,2 milioni di bambini sotto i 15 anni sono morti nel 2018 e oltre 290.000 donne sono decedute a causa di complicazioni durante la gravidanza o il parto nel 2017. Dei decessi totali nei bambini, 5,3 milioni sono avvenuti nei primi 5 anni, soprattutto per polmonite, diarrea e malaria. Le stime mostrano anche grandi disparità in tutto il mondo: i livelli di decessi materni sono quasi 50 volte più alti per le donne nell'Africa sub-sahariana e i loro bambini hanno 10 volte più probabilità di morire nel loro primo mese di vita, rispetto ai paesi ad alto reddito.

«In tutto il mondo, la nascita è un'occasione gioiosa. Eppure, ogni 11 secondi, una nascita diventa una tragedia familiare», ha affermato Henrietta Fore, direttore esecutivo dell'Unicef. «Un abile paio di mani per aiutare nel momento della nascita, insieme ad acqua pulita, un'alimentazione adeguata, medicine di base e vaccini, possono fare la differenza tra la vita e la morte», aggiunge.

Il mondo ha compiuto notevoli progressi nella riduzione della mortalità infantile e materna. Dal 1990 c'è stato un calo del 56% delle morti di bambini sotto i 15 anni, passate da 14,2 milioni di morti a 6,2 milioni nel 2018; mentre dal 2000 al 2017 il tasso di mortalità materna è diminuito del 38%. In Asia centrale e meridionale si sono verificati i maggiori miglioramenti, con una riduzione del 60% del tasso di mortalità materna dal 2000. Bielorussia, Bangladesh, Cambogia, Kazakhstan, Malawi, Marocco, Mongolia, Ruanda, Timor-Leste e Zambia sono alcuni dei paesi in cui si sono verificati progressi sostanziali nella riduzione della mortalità materna e dei bambini.

«Nei Paesi che offrono a tutti servizi sanitari sicuri, convenienti e di alta qualità, donne e bambini sopravvivono e crescono», ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. L'obiettivo, ricorda l'Oms, è offrirli a più persone possibile per porre fine alla mortalità materna, neonatale e infantile prevenibile.

«Se non agiamo adesso - sottolineano Unicef e Oms - 62 milioni di bambini sotto i 15 anni moriranno tra il 2019 e il 2030, compresi 52 milioni di bambini sotto i 5 anni. Di questi ultimi, circa la metà saranno neonati».

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