sabato 13 agosto 2022
Dopo avere compromesso le linee di rifornimento russe dalla Crimea, le forze ucraine mirano ora a logorare le linee russe
Una donna di 74 anni davanti alle abitazioni distrutte dai raid russi a Kramatorsk, nel Donbass

Una donna di 74 anni davanti alle abitazioni distrutte dai raid russi a Kramatorsk, nel Donbass - Reuters

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«Ho parlato con il Papa. L’ho aggiornato sull’aggressione della Russia, dei crimini orribili. Sono grato al pontefice per le sue preghiere per l’Ucraina». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E lunedì è atteso un nuovo gesto di vicinanza del pontefice proprio nella città simbolo delle ricadute internazionali di questa guerra: Odessa.

Nel giorno della festività liturgica dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, l’icona situata sull’altare maggiore della cattedrale di Odessa, sarà venerata con l’imposizione di una corona che è stata benedetta da Papa Francesco lo scorso 3 agosto in Vaticano. Sarà consegnata durante una solenne liturgia presieduta dal nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas. Una figura, quella del nunzio, tra le più rispettate in questi mesi di conflitto. La sede diplomatica vaticana a Kiev, infatti, è l’unica a non aver mai chiuso neanche quando ogni giorno decine di missili venivano scagliati contro la capitale e Kulbokas non ha mai lasciato la città, anche quando il quartiere diplomatico era stato indicato tra i possibili obiettivi dei raid. «Il nostro popolo ha bisogno del sostegno dei leader spirituali mondiali – ha poi aggiunto Zelensky dopo la telefonata confermata anche dal Vaticano – che dovrebbero trasmettere al mondo la verità sugli atti di orrore commessi dall’aggressore in Ucraina».

Ancora una volta per tutto il giorno e in tutto il Paese sono risuonate le sirene preannunciando altri bombardamenti. Tre civili, tra cui un bambino, sono stati feriti durante i bombardamenti notturni su Marhanets, una città di fronte a Zaporizhzhia, controllata dai russi. Lo stato maggiore ucraino ha riferito di diffusi bombardamenti e attacchi aerei da parte delle forze russe soprattutto nell’est del Paese, dove i civili uccisi sono stati 7 e almeno il doppio sono stati gravemente feriti.

Gli interrogativi maggiori riguardano la tattica militare di Kiev che soprattutto nel sud sta facendo affluire uomini e mezzi. Per tutta la giornata di ieri abbiamo osservato il trasferimento di numerosi carri armati in direzione di Mykolaiv e poi lungo le strade che conducono a sud, verso il distretto di Kherson. Secondo alcune fonti militari, dopo avere compromesso le linee di rifornimento dalla Crimea, in seguito al bombardamento ucraino dei due ponti stradali che collegano Kherson alla penisola annessa da Mosca, le forze ucraine potrebbero optare per una controffensiva lenta, logorando le linee russe.

Nella regione di Kherson, infatti, sono stati ammassati circa 35mila combattenti, che già in queste ore devono misurarsi con l’approvvigionamento di cibo e le munizioni da razionare in attesa di rifornimenti. Il bombardamento dell’aeroporto militare di Saki, nella Crimea occidentale, ha causato la perdita di otto jet da combattimento russi. Certo non un colpo di grazia all’aeronautica russa, ma un duro colpo per la capacità militare nel Mar Nero. Il presidente Zelensky ha chiesto ai suoi funzionari di smettere di parlare con i giornalisti delle tattiche militari, definendo le fughe di notizie come «francamente irresponsabili».

Non sono le uniche cattive notizie per il Cremlino. L’economia russa si è ridotta del 4% su base annua nel secondo trimestre del 2022, il primo interamente trascorso in stato di conflitto. L’economia, secondo i dati preliminari del servizio federale di statistica Rosstat, sta sprofondando nella recessione proprio a causa della guerra di aggressione contro l’Ucraina. Ad aprile il ministero dell’Economia aveva dichiarato che il Prodotto interno lordo potrebbe diminuire di oltre il 12% quest’anno – dopo una crescita del 4,7% nel 2021 – in quella che sarebbe la più grande contrazione dalla metà degli anni Novanta.

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