lunedì 24 ottobre 2011
​I risultati in varie regioni mostrano che an-Nahda è largamente in vantaggio, con consensi che oscillano tra il 25 al 50%. Anche il Partito democratico ammette il vantaggio del partito rivale. Altissima l'affluenza alle urne, la èproclamazione dei risultati potrebbe slittare. (Nella foto il leader del partito islamico, Ghannouchi).
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"I risultati in varie regioni mostrano che an-Nahda è largamente in vantaggio, con consensi che oscillano tra il 25 al 50% a seconda delle regioni", lo ha detto Ali Marayedh, membro del comitato esecutivo del partito islamico tunisino an-Nahda. Le operazioni di scrutinio proseguono e per ora non arrivano dalla commissione elettorale proiezioni ufficiali, ma la prime indiscrezioni sembrano confermare i pronostici, che davano gli islamici per vincitori nel voto di ieri. Anche Maya Jribi, portavoce del Partito democratico progressista, una delle formazionali laiche che hanno sfidato an-Nahda, ha ammesso il vantaggio del partito rivale. "È una svolta nella storia della Tunisia, che è sempre stata un paese modernista e aperto, e ora fa una scelta largamente islamica", ha detto alla radio France Info.
La grande affluenza alle elezioni tunisine di ieri potrebbe far slittare la proclamazione dei risultati del voto, inizialmente prevista per la tarda serata di oggi. Secondo gli ultimi dati, circa il 90% degli aventi diritto registrati si è presentato alle urne, per scegliere i 217 membri dell'Assemblea Costituente, che nominerà un governo ad interim, lavorerà alla nuova Costituzione e preparerà il terreno per le elezioni parlamentari e presidenziali, le prime dopo la caduta di Zine el Abidine Ben Ali. In tutto si sono registrati nelle liste elettorali 4,1 milioni di cittadini aventi diritto, mentre altri 3,1 milioni, pur potendo partecipare al voto, non si sono registrati, come riporta la tv satellitare al-Jazeera. I primi sondaggi, per ora poco attendibili, confermano il vantaggio in molte città del partito islamico an-Nahda, come si prevedeva già prima del voto. Al secondo posto i laici del Partito del Congresso della Repubblica.
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