martedì 21 ottobre 2014
​Non c'è fine all'orrore dell'autoproclamato Stato Islamico, che documentando la propria feroce versione della sharia mira a spargere il terrore.
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Non c'è fine all'orrore dell'Isis. L'ultima novità è un video-choc che mostra la lapidazione di una donna "colpevole di adulterio" da parte del padre. Si tratta dell'ennesimo filmato diffuso sui social media dagli jihadisti che vogliono documentare la loro feroce versione della sharia. Il video (che non pubblichiamo per scelta editoriale) si apre con l'intervento di un trentenne barbuto, dall'accento siriano, che spiega come quello della donna, che è avvolta in un mantello nero e non appare mai a volto scoperto, sia "il primo caso di relazione extraconiugale nell'area". Il jihadista, rivolgendosi alla donna, le dice: "Ciò che succede adesso è il risultato di quello che hai fatto". Spietata la reazione dell'anziano che appare al fianco del miliziano e che viene indicato come il padre della donna."Io non ti perdono" replica alla figlia che gli chiede ripetutamente di risparmiarle la vita: "Forse Dio ti perdonerà, io no". Il jihadista avverte il padre che se non la perdonerà la figlia verrà uccisa. Poi rivolgendosi alla giovane donna le dice: "Parla per l'ultima volta prima di passare all'altra vita". Lei, sotto choc e con la voce rotta, prova ad esprimere le sue ultima volontà, ma non riesce a pronunciare frasi comprensibili."Questo è un messaggio per tutti i musulmani. Non lasciate le vostre donne sole se non per il periodo legale stabilito. Non potete lasciarle sole per anni perché le donne vengono istigate dal diavolo", dice il jihadista. Subito dopo si vede l'anziano stringere una corda intorno al corpo della donna e trascinarla in una fossa. Da quel momento le immagini si sfocano ma appare chiaro che la donna viene lapidata. Davanti a tutti, il padre scaglia pietre contro la donna con violenza. Si sentono i lamenti di lei.L'episodio è riferito anche dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), che però sottolinea di non essere in grado di confermare né di poter fornire (come di solito fa) il nome della vittima. La lapidazione sarebbe avvenuta tra agosto e settembre in una zona rurale a est di Hama, nella regione centrale della Siria.
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