giovedì 12 dicembre 2013
Washington e Londra sospendono l'invio ai ribelli nel nord della Siria di "aiuti non letali" dopo che una postazione in mano ai ribelli dell'Esercito libero siriano è stata conquistata dai miliziani qaedisti.
Siria, Usa e Londra sospendono aiuti ai ribelli
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Washington e Londra sospendono l'invio ai ribelli nel nord della Siria  di "aiuti non letali", vale a dire materiale logistico, dopo che una postazione in mano ai ribelli dell'Esercito libero siriano è stata conquistata dai miliziani qaedisti.La decisione di Stati e Gran Bretagna di sospendere l'invio di aiuti - sospensione che non riguarda gli aiuti umanitari, come ha tenuto a sottolineare la Casa Bianca -  è stata presa sull'onda della preoccupazione per l'affermarsi dei miliziani qaedisti che nei giorni scorsi hanno strappato una postazione, a uno dei valichi di confine con la Turchia, in mano all'Esercito libero siriano, che almeno nominalmente è sostenuto dall'Occidente.

Emergenza neve: ad Aleppo morti 2 bambiniL'opposizione siriana ha lanciato un appello per far fronte a un'emergenza combustibile dopo la morte per freddo di due bambini in zone controllate dai ribelli. Una delle due vittime è un lattante di sei mesi. La casa dei suoi genitori nella zona di Aleppo era stata danneggiata da una bomba e la famiglia costretta a trascorrere la notte sotto la neve. L'altro bambino è morto a Rastan, roccaforte dei ribelli nella provincia centrale di Homs. "La situazione è terribile, non c'è gasolio", ha riferito il Consiglio nazionale siriano. Nella stessa provincia di Homs, ha riferito l'agenzia ufficiale Sana, la neve ha costretto alla chiusura di diverse strade.L'Els perde consensi, si rafforzano gli islamistiLa mancanza di concreto sostegno occidentale alla rivolta siriana, dalla fine del 2011, è tra i motivi che ha spinto i ribelli a cercare appoggio e finanziamenti dai Paesi del Golfo e da ambienti dell'estremismo islamico. E l'Esercito libero, poco e male armato, è stato sempre più spesso delegittimato in patria a favore di gruppi estremisti (forti di sostegni economici maggiori) e di altre sigle qaediste composti da mercenari giunti da ogni angolo del pianeta, ma estranei alla causa della rivolta. Gli attivisti siriani non violenti si trovano così ora ad affrontare non solo la repressione del regime di Bashar al-Assad, ma anche il crescente oscurantismo qaedista e l'afflusso massiccio di decine di migliaia di miliziani sciiti filo-iraniani, altrettanto estremisti, giunti a sostegno delle truppe lealiste.I Paesi arabi: via dalla Siria le milizie straniereE mentre si ha conferma che la nota avvocatessa per i diritti umani siriana, Razan Zeitune, è stata rapita lunedì da miliziani islamisti a nord di Damasco assieme a tre suoi colleghi, l'alleanza dei Paesi arabi del Golfo guidata dall'Arabia Saudita ieri ha invocato il "ritiro di tutte le forze straniere" dalla Siria, in un implicito riferimento alle milizie iraniane, libanesi, irachene e di altri Paesi alleati dell'Iran coinvolte a fianco di Assad. Mail regime di Damasco ha risposto accusando gli stessi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo di "praticare e sostenere il terrorismo".Ginevra 2, oltre 30 i Paesi invitatiSaranno "più di trenta" i Paesi invitati alla conferenza internazionale di pace sulla Siria,prevista il 22 gennaio in Svizzera. Lo riferisce una fonte diplomatica libanese che ha chiesto l'anonimato. "Tanto il governo di Damasco quanto l'opposizione sirianadovranno fornire all'Onu una lista dei partecipanti alla conferenza internazionale di Ginevra 2 entro il 27 dicembre", ha concluso la fonte. La conferenza "si terrà probabilmente nella città di Montreaux, per il concomitante Salone dell'Orologio in quei giorni a Ginevra", come riferito dai media elvetici. La conferenza sarà presieduta dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon.

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