martedì 19 marzo 2024
Mentre raccoglie il consenso di Hamas, il capo del Cremlino ordina agli 007 russi di agire contro chi gli ha voltato le spalle
Vladimir Putin

Vladimir Putin - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Dopo lo scontato trionfo elettorale di Vladimir Putin prosegue un altro scrutinio: la conta dei Paesi e dei gruppi alleati del Cremlino. A cominciare da Hamas. Mentre il Cremlino alza la posta sul piano del controspionaggio e della disinformazione.

Il ministero della Difesa francese ha definito «disinformazione e irresponsabilità» le affermazioni del capo dei servizi segreti russi, che ai media locali aveva annunciato l’invio di 2 mila soldati francesi in Ucraina. «La manovra orchestrata da Sergei Naryshkin, direttore dei servizi segreti esteri russi - si legge in una nota della Difesa francese -, dimostra ancora una volta che la Russia non è in grado di fornire informazioni. Russia, illustra ancora una volta l’uso sistematico della disinformazione da parte della Russia».

Le relazioni franco-russe si sono ulteriormente deteriorate nelle ultime settimane, quando Parigi ha aumentato il suo sostegno all’Ucraina, firmando anche un accordo bilaterale di sicurezza a lungo termine. Mosca risponde annunciando una nuova stagione di spionaggio mirato all’eliminazione dei «traditori». Proprio gli agenti segreti russi “con licenza di uccidere”, sono sospettati di essere gli assassini del pilota russo disertore Maksim Kuzminov, trovato morto in Spagna il 21 febbraio nonostante avesse ricevuto una nuova identità. «Vi chiedo di non dimenticare chi sono, di identificarli per nome. Li puniremo senza limiti di tempo, ovunque si trovino», ha aggiunto il leader del Cremlino in un discorso agli agenti dei servizi interni d’intelligence, eredi del Kgb.

Nelle stesse ora a Mosca veniva recapitato il sostegno di Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, ha inviato un messaggio di congratulazioni al presidente russo, lodando la «posizione russa a sostegno della causa palestinese alla luce della battaglia per la difesa del nostro popolo contro l’occupazione israeliana, uno dei più importanti bracci dell’egemonia Usa in Medio Oriente».

Parole che riassumono l’intero piano di espansione politica di Putin. Non a caso a Haniyeh ha detto che Hamas vuole consolidare i legami di amicizia e di sviluppo per una «cooperazione congiunta con la Repubblica Federale di Russia» ed ha augurato al Presidente russo «il successo nell’interesse» del suo popolo e del mondo «per la costruzione di un sistema globale multipolare che renda giustizia ai popoli oppressi».

Opposta la valutazione degli Usa. «ll Cremlino ha negato ai suoi cittadini un processo democratico trasparente e libero», ha detto il segretario di Stato Antony Blinken, definendo le elezioni in Russia «antidemocratiche» poiché «si sono svolte in un contesto di intensa repressione delle voci indipendenti e di incarcerazione, morte o esilio di tutta la vera opposizione politica». Il presidente russo «sta privando i cittadini dell’accesso alle informazioni e alla partecipazione politica. Indipendentemente dall’esito predeterminato di queste elezioni - ha aggiunto Blinken -, gli Stati Uniti continueranno a schierarsi con chi persegue un futuro migliore per la Russia».

Il legame tra Hamas e il Cremlino non è una novità. Il 10 settembre del 2022 alcuni leader di Hamas erano stati ricevuti al Cremlino, nel pieno della guerra in Ucraina. E dal fronte continuano ad arrivare cattive notizie per Kiev che oramai teme di non avere abbastanza munizioni per le sue truppe, quando le manovre dei battaglioni di Mosca lasciano presagire il tentativo di altre riconquiste a partire da aprile. Le truppe ucraine erano già state costrette a ritirarsi dalla città orientale di Avdiivka nel mese di febbraio e ieri Mosca ha annunciato di aver preso il villaggio frontaliero di Orlivka.

Lo Stato Maggiore ucraino aveva riferito in precedenza di aver respinto gli attacchi, ma secondo analisti sentiti dall’agenzia di stampa tedesca Dpa, una serie di mappe delineate dagli osservatori militari ucraini confermano che la linea del fronte si è spostata in favore di Mosca.

Reperire munizioni non è facile nè immediato. Molti Paesi alleati dell’Ucraina temono di sguarnire le loro riserve di armi, e la produzione internazionale non riesce a stare al passo con il furore delle battaglie. La Repubblica Ceca ha individuato all’inizio dell’anno 800 mila proiettili di artiglieria presso Paesi terzi e ha dichiarato di aver raccolto fondi dagli alleati per acquistare un primo lotto di 300 mila proiettili. Ma le prime consegne, fanno sapere fonti da Praga, «sono attese al più tardi per giugno».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: