venerdì 22 ottobre 2021
Arabia Saudita, Giappone e Australia, secondo i documenti pubblicati dai media, guidano il gruppo di nazioni che chiedono di modificare i valori. A pochi giorni dalla presentazione
I bambini delle elementari St Convals di Glasgow si preparano alla Cop26

I bambini delle elementari St Convals di Glasgow si preparano alla Cop26 - Reuters

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Una fuga di documenti ha anticipato, ieri, il gioco a carte scoperte che, dopo mesi di negoziazioni riservate, avrà luogo a Glasgow il mese prossimo all'attesa Conferenza Onu sul cambiamento climatico (Cop26). Il fascicolo da oltre 32mila note, arrivato alla BBC per tramite di Unearthed, braccio investigativo di Greenpeace, ha messo a fuoco la pressione esercitata alle Nazioni Unite da Paesi - come Arabia Saudita, Giappone e Australia - per modificare un rapporto scientifico chiave della Cop26 minimizzando l'urgenza di ridurre l'uso dei combustibili fossili. Un brutto colpo per la diplomazia mondiale che da tempo lavora in senso opposto.
Il materiale comprende annotazioni, report e corrispondenza di vario tipo intrattenuta con i funzionari Onu dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) da governi, aziende ed enti privati interessati a tutelare determinati affari. Riyadh e Sidney sono, non a caso, tra i maggiori esportatori al mondo, rispettivamente, di petrolio e carbone. La lista dei Paesi che hanno fatto lobby non conforme agli obiettivi di Cop26 comprende anche Argentina e Brasile impegnati ad attenuare l'urgenza di ridurre gli allevamenti intensivi di bovini e la produzione di carne. La Svizzera, da parte sua, si è invece attiva per alleggerire il capitolo dedicato all'aiuto economico promesso dalle nazioni ricche ai Paesi in via di sviluppo come supporto alla transizione verde. Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia hanno infine chiesto agli scienziati Onu un approccio più positivo al nodo sull'energia nucleare.

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