giovedì 14 aprile 2022
I timori che Mosca possa minacciare direttamente i due Paesi, i vantaggi dell'adesione, la reazione (forte) della Russia... una scheda per capire
La prima ministra svedese Magdalena Andersson (a sinistra) con la omologa finlandese Sanna Marin

La prima ministra svedese Magdalena Andersson (a sinistra) con la omologa finlandese Sanna Marin - Ansa

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Finlandia e Svezia accelerano sull'adesione alla Nato, sulla spinta dell'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. Ieri, in una conferenza stampa congiunta, le premier dei due Paesi scandinavi - partner ma non membri dell'Alleanza - hanno annunciato in maniera decisa che l'adesione è sempre più probabile. Per tutta risposta, Mosca ha inviato mezzi militari e uomini al confine con la Finlandia in una sorta di sinistro monito. Ecco alcune domande e risposte per capire meglio la questione.

Perché Finlandia e Svezia vogliono entrare nella Nato?

Finlandia e Svezia non avevano in programma un’adesione a breve termine all’Alleanza Atlantica, che è l’organizzazione militare difensiva che raggruppa attualmente 30 Paesi – Stati Uniti, Canada e molte nazioni europee, compresa la Turchia. Di fronte all’invasione russa dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio, sono cresciuti fortemente i timori che Mosca possa minacciare direttamente anche Helsinki e Stoccolma. A promuovere e guidare il processo di adesione, che dovrebbe svolgersi in tempi rapidi (forse già al vertice di Madrid a fine giugno), sono le due premier, la finlandese Sanna Marin, 36 anni, e la svedese Magdalena Andersson, 55 anni. Per quanto riguarda la Svezia, tuttavia, i timori della Russia erano cresciuti a partire dall'annessione della Crimea nel 2014.

Perché Finlandia e Svezia finora sono rimaste fuori dell’Alleanza Atlantica?

La Svezia, che non confina con la Russia, è da due secoli un Paese che ha scelto la neutralità militare, anche se partecipa alle principali organizzazioni sovranazionali europee (compresa l’Unione Europea) e occidentali (a differenza della Svizzera, per esempio). L'ultima guerra cui Stoccolma ha preso parte attivamente è stata quella contro la Norvegia nel 1814, che portò a un'unione dei due Paesi guidata dalla Svezia. L'unione fu sciolta pacificamente nel 1905. La Finlandia, che condivide un confine di quasi 1.300 chilometri con la Russia, ha una dolorosa storia recente di conflitti con Mosca. La Finlandia è stata un granducato autonomo dell'Impero russo fino alla rivoluzione del 1917, per diventare una Repubblica al termine di una breve guerra civile. Nel periodo della Seconda guerra mondiale, Helsinki è stata coinvolta in tre conflitti: la guerra d'inverno (1939-1940) e la guerra di continuazione (1941-1944) contro l'Unione Sovietica, e la guerra di Lapponia (1944-1945) contro la Germania nazista. La Finlandia fu invasa dall’Urss nel 1939 e alla fine del conflitto mondiale rimase indipendente ma dovette cedere la Carelia a Mosca e subire forti limitazioni della sua autonomia, tra cui la neutralità imposta, secondo la formula detta della “finlandizzazione”.

Come viene visto l’ingresso nella Nato dalle opinioni pubbliche dei due Paesi?

La Finlandia fino alla dissoluzione dell’Urss non avrebbe potuto entrare nella Nato. Anche più recentemente, i sondaggi mostravano scarso interesse dei finlandesi a unirsi all’Alleanza, con i sì fermi al 25%. Nell’ultimo mese, il consenso è arrivato al 70%, anche nelle forze politiche. In Svezia, rimane molta più cautela. La premier ha detto che “ci sono argomenti da analizzare con molta attenzione" e che "bisogna soppesare tutti i pro e i contro". Stoccolma però dal 2014 ha cominciato ad aumentare le spese militari.

Come si entra nella Nato?

Per l’adesione di un nuovo Paese, vi sono sostanzialmente due condizioni. Il Paese candidato deve essere uno Stato europeo e vi deve essere l’unanimità dei sì dei Paesi già membri. Queste regole risalgono alla fondazione della Nato nel 1949. Le Forze armate di Svezia - piuttosto ridotte - e di Finlandia - un esercito assai robusto per effettivi e mezzi, quasi 300mila soldati - verrebbero a rafforzare il dispositivo Nato sul fronte nordico-artico.

Che cosa comporta l’adesione alla Nato?

L’Alleanza ha lo scopo di difesa reciproca. Alla sua nascita, era finalizzata a contenere la minaccia del blocco comunista sovietico. Nel tempo la sua azione si è estesa anche a situazioni di protezione di popolazioni sotto attacco, come nella ex Jugoslavia o in Libia. L’articolo 5 del Patto del Nord Atlantico prevede quanto segue: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale”.

Qual è la reazione di Mosca a questo allargamento a Nord della Nato?

Mosca fin dai primi giorni di guerra in Ucraina ha minacciato Finlandia e Svezia davanti alla loro volontà di aderire alla Nato. L’ingresso della Finlandia nella Alleanza farebbe arrivare la Nato ai confini russi per un’estensione molto più vasta dell’attuale e costringerebbe Mosca, dal suo punto di vista, a presidiare militarmente una lunga frontiera con relativi costi. L’ostilità del Cremlino sembra però dovuta soprattutto a un motivo politico-strategico: l’idea dell’accerchiamento da parte del fronte americano-occidentale, proprio quello che Putin voleva evitare impedendo l’ingresso nella Nato dell’Ucraina. Sembra infatti improbabile che Mosca voglia annettersi la Finlandia e tanto meno la Svezia. In ogni caso, come ulteriore minaccia, la Russia ha annunciato di essere pronta a spostare armamenti nucleari verso il confine finlandese.


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