domenica 4 dicembre 2016
Scuole senza libri, una su quattro non ha l’acqua. Metà degli alunni non possiede neanche le scarpe
Per i cristiani del Pakistan la scuola è un diritto a metà
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Per gli studenti cristiani, l’istruzione in Pakistan è un diritto a metà. Formalmente garantita sulla carta, l’educazione scolastica è, nella pratica, ostacolata da una serie di limiti che riflettono la condizione di marginalità sociale della minoranza. Con la possibilità di frequentare solo scuole di basso costo, gli studenti cristiani sovente non dispongono neppure di libri, materiale scolastico, spazi ricreativi. Spesso – il 45 per cento in alcuni casi – nemmeno delle scarpe per raggiungere la scuola. Circa il 15 per cento degli studenti non ha quaderni e un quarto degli istituti elementari e medi che frequentano non ha acqua potabile.

Nel 13 per cento, non ci sono nemmeno i bagni e nel 50 sono condivisi da adulti e studenti. Questi dati sono parte di un rapporto della Ong specializzata nel campo educativo Starfish Asia che ha preso in esame 604 scuole frequentate da studenti cristiani in tutto il Paese. Il panorama tratteggiato è drammatico. Una scuola su dieci non ha lavagne nelle classi, solo il cinque per cento dispone di una biblioteca e solo il 23 per cento delle medie ha un accesso a Internet. Se in generale il Pakistan – dove un terzo della popolazione vive in povertà – fatica a garantire istruzione di livello adeguato ai suoi giovani, la situazione è ancor più sfavorevole per i battezzati, come suggerisce World Watch Monitor ( Wwm), istituzione che monitora la persecuzione nel mondo.

Per Wwm, il rapporto sulle scuole frequentate dai cristiani dipinge una realtà allarmante «che anche molti pachistani (per non parlare della autorità) ignorano » e «manifesta un’urgenza che richiede attenzione da parte degli educatori, dei benefattori e dei donatori». Il rapporto di Starfish Asia contiene anche le storie di singoli coraggiosi che mettono a disposizione impegno e risorse propri per i confratelli di fede: «Se il governo ha mancato di fornire scuole in cui i giovani cittadini si sentano accolti, gli imprenditori possono riempire il vuoto delle possibilità», segnala. Gratitudine viene espressa verso «i numerosi uomini e donne che con capacità, impegno e passione fanno qualcosa superando difficoltà enormi; una comunità che mostra coraggio e determinazione straordinari per costruire un futuro per i propri figli ».

A meglio inquadrare i limiti dei giovani cristiani nell’affrontare lo studio è lo stesso ministero per gli Affari religiosi e l’Armonia interreligiosa. Secondo quest’ultimo, negli ultimi quattro anni, lo Stato pachistano ha devoluto 95 milioni di rupie (circa 855mila euro) dell’apposito Fondo per le minoranze ai più sfavoriti tra gli appartenenti a una comunità, quella dei battezzati, che accoglie 2,5 dei 190 milioni di pachistani. Una cifra modesta che ha beneficiato, tra gli altri, 724 studenti. Questi ultimi hanno ottenuto borse di studio per complessivi cinque milioni di rupie.

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