giovedì 1 ottobre 2015
​​Due casi analoghi in Oklahoma e in Virginia per controlli sui farmaci usati. La decisione pochi giorni dopo l'esecuzione in Georgia di una donna nonostante l'appello di Papa Francesco.
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​Due esecuzioni rimandate in poche ore negli Stati Uniti. Non si tratta però di decisioni definitive, nonostante i ripetuti appelli lanciati dal Papa contro la pena capitale anche nel recente viaggio negli States, ma di due rinvii. Ieri il governatore dell'Oklahoma ha ordinato una sospensione all'ultimo minuto dell'esecuzione a morte di Richard Glossip. Uno stop motivato con la necessità di verificare se una sostanza utilizzata per l'iniezione letale corrisponda ai protocolli previsti dalla legge. Glossip era stato inviato nel braccio della morte nel pomeriggio, poi il rinvio a sorpresa: l'esecuzione è ora in agenda per il 6 novembre. Glossip è stato condannato quale mandante dell'omicidio del proprietario di un motel, nel 1997, messo a segno da un impiegato della struttura. Ieri ha ricevuto in carcere quello che doveva esser il suo ultimo pasto: pizza, fish and chips e un hamburger al bacon. Ma la decisione del governatore gli ha concesso altri 37 giorni. Il caso di questa condanna ha suscitato particolare mobilitazione negli Usa, con l'impegno di attivisti e personaggi famosi l'attrice Susan Sarandon, e la sentenza era già stata sospesa sin al 30 settembre rispetto alla prima scadenza del 16 settembre. Un altro caso analogo, legato sempre ai farmaci usati per l'iniezione letale, a distanza di poche ore, in Virginia. Un giudice federale ha ordinato il rinvio dell'esecuzione di un condannato a morte: Alfredo Pietro, serial killer con disturbi mentali che si trova nel braccio della morte per aver ucciso diverse persone. Il boia doveva entrare in azione nella giornata di oggi, ma la sospensione è stata decisa in vista di una decisione dei giudici che dovranno stabilire se il mix letale di farmaci utilizzato per l'esecuzione è adeguato o invece rischia di provocare sofferenze ingiustificate per il condannato.  Nella notte tra martedì e mercoledì in Georgia è stata eseguita la condanna a morte di Kelly Gissendaner, condannata per aver organizzato l'omicidio del marito. Per questa donna, la prima mandata a morte da 70 anni, aveva levato la sua voce anche il Papa, che aveva chiesto una commutazione di pena.
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